Voler razionalizzare e dimostrare il teorema alla base della classe politica nostrana che molti di noi purtroppo, ma non tutti, abbiamo scelto, sia essa al governo che all’opposizione, alla luce di ciò che quotidianamente vediamo da vari mesi, sembra di dover risolvere il famoso ultimo problema di Fermat con le numerose incognite da ricercare. Litigi, ripicche, compromessi, vendette trasversali, velate ed insipienti ipocrisie e la lista potrebbe continuare all’infinito. Una sola caratteristica costante li accomuna, dopo aver varcata la soglia dei palazzi governativi con l’abito che madre natura gli ha conferito nel bene e nel male, visivamente parlando, ne escono poi tutti indistintamente e quasi per un effetto magico, chissà perché, trasformati in una specie umanoide che si alterna tra il dandy ed il vanesio tout court e che da noi sembra essere diventata la regola.
Una volta calati nell’agone parlamentare ognuno si dimostra paladino e indefesso difensore di diritti sacrosanti, sfoggiando tecniche oratorie, si fa per dire, di attacco e difesa ma solo per una certa visibilità mediatica, per poi accordarsi e mercanteggiare nelle varie commissioni parlamentari o per assegnare cariche nelle partecipate statali. Alleati di governo che fanno finta come al solito di litigare e una opposizione che sembra riacquisti vigore ma che a sua volta si ridimensiona a causa di beghe endemiche interne ricompattando la compagine di governo e così si procede quasi per una organica, storica e consolidata tradizione istituzionale tipicamente italiana dalle origini dello stato unitario. Chi poi, tra i magnifici nostri rappresentanti parlamentari partendo dalla tanto osannata repubblica, si è addirittura illuso di volerne vedere una serie cardinale, ha il merito indiscusso di essere un fanatico adoratore della impellente religione del metaverso!