In un’epoca in cui il termine patriota viene strombazzato a più non posso alterandone e misconoscendone il suo vero significato, torna di grande utilità la lettura della biografia di un importante personaggio fiorentino come Niccolò Machiavelli, che tanta parte ricopre nella storia della dottrina politica a livello universale.
Maurizio Viroli la riscrive per i tipi della Laterza, la cui prima edizione è del 1998, mantenendone il titolo efficace: Il sorriso di Niccolò. Storia di Machiavelli, restituendo al lettore un’immagine inedita, complessa e inquieta dell’importante uomo politico nella Firenze tra Umanesimo e Rinascimento. Una narrazione che mette in luce il lato umano di una importante figura della storia, nelle sue alterne vicende pur analizzate con rigorosa e scrupolosa indagine filologica e filosofica, ma in grado di appassionare per la notevole fluidità e chiarezza espositiva.
Un uomo che si era messo al servizio della sua patria fiorentina in cui credeva fortemente. Questa profonda convinzione è alla base dell’opera Il Principe e il suo autore dialogando con i grandi dell’Antichità classica esprime il suo pensiero, che si colloca in un perfetto equilibrio tra una meravigliosa saggezza politica e un’altrettanto preziosa saggezza del vivere, che non può essere visto né come di un sostenitore della tirannide, o di un democratico populista, né di un reazionario, ma quello di un autentico patriota repubblicano.
Recenti studi portano a sfatare l’interpretazione che Machiavelli divenne mediceo per opportunismo, rimarcando il fatto di ritenere che servire i Medici al potere fosse l’unico modo per essere utile alla patria fiorentina e alla patria italiana. Sono da abbandonare i luoghi comuni che hanno infarcito molti studi sulla figura del Segretario della Repubblica Fiorentina nella lunga carriera politica prima e dopo.
Si mettono nel giusto risalto anche le sue vicende personali e private, che danno un veritiero ritratto del personaggio, abbastanza fuori dagli schemi canonici consolidati e rendono avvincente la narrazione, pur sempre rigorosa e rispettosa delle fonti e documentazioni. Importante è la sua produzione letteraria e poetica che non disdegna neppure l’opera teatrale.
Giustamente l’autore, da buon romagnolo, nel suo libro fa notare che il teorico e filosofo della dottrina politica si sia cimentato anche nella scrittura di commedie, rispetto ad altri famosi pensatori, lasciandone con simpatia il giudizio al lettore! Come del resto è lo stesso Machiavelli ad invocare la comprensione del pubblico per aver scritto, lui uomo saggio e grave La Mandragora:
E se questa materia non è degna,
per esser pur leggieri,
d’un uom che voglia parer saggio e grave,
scusatelo con questo: che s’ingegna
con questi van pensieri
fare el suo tristo tempo più suave,
perché altrove non have
dove voltare el viso,
ché gli è stato interciso
mostrar con altre imprese altra virtue,
non sendo premio alle fatiche sue.
Èimportante perciò ritornare all’immagine del sorriso, significante del
«Machia» …con cui rispondeva alle miserie della vita per non lasciarsi vincere dalla pena, dallo sdegno e dalla malinconia, e per non dare agli uomini e alla fortuna la soddisfazione di vederlo piangere. Ma il suo sorriso non era solo il suo modo di difendersi dalla vita; era anche il suo modo di immergersi in essa. Nel suo sorriso c’era quell’amore della libertà e dell’uguaglianza civile che è stato sempre in lui fortissimo. Solo fra liberi e uguali, non con i padroni né con i servi, si può davvero ridere. C’era soprattutto un profondo e sincero senso di carità, quella carità che gli faceva amare la varietà del mondo ed era il cuore del suo amore per la patria.
Volersi poi riallacciare alla realtà della politica contemporanea, la vita così ben contestualizzata di Niccolò Machiavelli, potrebbe donarci validi ma soprattutto utili insegnamenti!