Tra motoseghe e… seghe futuriste… il nuovo volto di Atreju!

di asterisco

Nella romana cornice del Circo Massimo va in scena l’annuale kermesse cultureggiante dei supporters della favola scritta dal teutonico Michael Ende, che vede come ospite di riguardo questa volta un altro personaggio dello stesso spessore mediatico del multimiliardario statunitense braccio armato di Trump con i suoi microcircuiti cerebrali, un provetto manovratore di motoseghe e per di più nella sterminata pampa argentina famosa per la mancanza di alberi, personaggio che più futurista di così non si potrebbe definire!

Per dare lustro alla manifestazione delle giovani promesse della politica romana, finita l’epoca delle verdi camicie padane e delle torme gialle del capocomico, non poteva mancare una personalità di questo livello, una vera iniezione di un fervore che ben si addice all’estemporaneo immaginario delle avanguardie culturali, si fa per dire dei decenni passati, mettendo nel dimenticatoio purtroppo quello che ha poi germinato nella paranoica ricerca di una igiene  mentale: solo inequivocabili seghe mentali! Sembra che si voglia andare in una direzione fantasmagorica di puro esercizio ideologico, senza guardare alle complesse realtà del mondo contemporaneo sull’orlo di un conflitto d’enormi proporzioni, su cui aleggia il non mai sopito dio Marte.

Dibattiti sterili cui pur partecipando, in qualità di ospiti, esponenti di provenienze politiche diverse si rivelano come l’ennesima passerella esibizionistica in cerca di visibilità e null’altro. Chi offre ospitalità da parte sua s’illude nel vano tentativo di crearsi un’egemonia culturale di riflesso, vittima di uno storico complesso d’inferiorità, ma non è in grado di confrontarsi ancorata com’è ai dogmi di un passato, sconfitto dalla storia, cui non intende rinunciare ricadendo così nello stesso errore ideologico in cui era caduta una parte di quella da loro ritenuta avversaria.

Una lapalissiana dimostrazione che le ideologie nascono quando mancano le idee!