Su poltrone e sofà…paraculi e legionari di qualità

Si assiste in questi giorni all’enfatizzazione del potere salottiero che riveste lo strumento televisivo. La televisione in generale nella moderna società sembra prediligere questo, e poiché si tratta pur sempre d’informazione, la si associa all’ambiguità del cosiddetto giornalismo televisivo. Le potenzialità che il linguaggio televisivo fatto di immagini possiede sono molteplici, in particolare se riferite ad un uso più strettamente educativo in senso lato, non finalizzato al solo profitto economico.

Nel 1994 il filosofo Karl Popper scrisse un importante libretto dal titolo assai significativo Television: a Bad Teacher, tradotto in italiano due anni dopo, che analizzava a fondo la problematica connessa allo strumento

televisivo, vista la sua evoluzione o più esattamente la sua involuzione nella sua pretesa giornalistica. Le parole che Popper adopera sono chiare:…di questo si dovranno rendere conto, volenti o nolenti, tutti coloro che sono coinvolti dal fare televisione: agiscono come educatori perché la televisione porta le sue immagini sia davanti ai bambini e ai giovani che agli adulti. Chi fa televisione deve sapere di aver parte nella educazione degli uni e degli altri.

Nei salotti televisivi nostrani si assiste invece da decenni ad uno spettacolo di tutt’altro genere, sia da parte dell’emittenza pubblica che privata. Nel mutare del contesto sociale, trasmissioni che hanno fatto la storia della nostra TV agli inizi del sistema televisivo e realizzato ottimi e finalizzati risultati in campo educativo, trovano riscontro nelle parole del filosofo austriaco. Non si possono dimenticare trasmissioni come Non è mai troppo tardi per combattere l’analfabetismo, o utili esempi di divulgazione scientifica quali Orizzonti della scienza e della tecnica, ideati e condotti da figure competenti e preparate. Oggi invece, fatte salve alcune produzioni di un certo livello, si continua a preferire l’aspetto salottiero estendendolo a tutti i campi, dal politico al sociale, farcendolo di figure malate solo di un becero protagonismo, costellato di frequenti risse verbali e turpiloquio propriamente giornalistico che di certo ha avuto dei capiscuola. Viene spontaneo domandarsi: la competenza richiesta è giornalistica o settoriale?

Il salotto diventa ben altro, e citando sempre Popper: …i cittadini di una società civilizzata, le persone cioè che si comportano civilmente, non sono il risultato del caso, ma sono il risultato di un processo educativo. E in che cosa consiste fondamentalmente un modo civilizzato di comportarsi? Consiste nel ridurre la violenza. Benché accada il contrario, non c’è da meravigliarsi, viene sempre in soccorso l’esperto di comunicazione che con pseudo teorie, per giunta avanzate e d’oltre oceano, ne fa una sintesi esaustiva.

Un calderone senza fondo in cui ci sguazza una moltitudine di figuri affine a quella dei gironi infernali descritti dal Sommo Poeta!