Silicio…Litio…Terre Rare…nuove monadi?

Il futuro della società mediatica, dominata da supporti informatici, richiederà un uso sempre più elevato di componenti che di tali metalli hanno un bisogno fondamentale, le relative risorse disponibili e la loro allocazione sul nostro pianeta, essendo limitate solo ad alcuni territori, potranno creare notevoli conseguenze nei rapporti sociali e delle grandi potenze industriali, da non sottovalutare.

La scoperta di sostanze derivabili da elementi come il silicio, il litio, i lantanidi e in particolare il neodimio, offre enormi aspettative. Saranno queste  le  maggiori  incognite  nei  prossimi  decenni  collegate  inoltre  a problemi  di  fondo  che  riguardano  non  solo  il  loro  uso,  ma  il  loro smaltimento in una società sempre più proiettata in un futuro in cui soltanto la sostenibilità ambientale potrà garantirne la sopravvivenza. Il benessere sociale che sembra assicurino è solo apparente qualora non si tenga nel giusto conto la loro applicazione pratica.

Discipline di una relativa modernità, quali la chimica fine o di formulazione, la meccanica quantistica e la teoria dell’informazione giocano un ruolo essenziale se considerate nel loro sviluppo teorico prima e nella realtà applicativa poi, in particolar modo se sorrette e gestite da supporti informatici sempre più complessi.

Non è possibile discriminare il sapere informatico dalla conoscenza esperienziale. Non si può più definire la realtà come soggetta ad una legge puramente meccanica e quasi coercitiva, tradizionale che potremmo definire a ragione newtoniana; è necessario considerare la materia che la costituisce non come inanimata ma avente due aspetti irriducibili che coevolvono all’infinito: un aspetto semantico e quello simbolico.

Il fisico Richard Feynman affermava: «La meccanica quantistica contraddice la nostra idea di come funziona il mondo, perché i suoi principi sono controintuitivi e contrari al comportamento degli oggetti macroscopici classici su cui si basa la nostra comprensione fenomenica della realtà». Esemplare in proposito il comportamento magnetico anomalo che accade nel neodimio rispetto a ciò che accade normalmente in realtà, appunto controintuitivo, come se riscaldando l’acqua si ottenesse un cubetto di ghiaccio!      

In riferimento alla teoria dell’informazione quantistica Federico Faggin, esperto di progettazione logica e parte attiva nella realizzazione del primo microprocessore a base di silicio della Intel sostiene: «La coscienza è la capacità di conoscere attraverso un’esperienza fatta di “qualia”, cioè mediante le sensazioni e i sentimenti che portano con sé il significato di ciò che si conosce. La capacità di conoscere deve quindi esistere prima della conoscenza, e la conoscenza porta a esistenza ciò che si conosce per la prima volta. Conoscere diventa quindi sinonimo di esistere, e questo “miracolo” non può essere spiegato in termini più semplici di così. Se accettiamo questo principio, gli enti fondamentali da cui emerge tutto ciò che esiste devono essere enti coscienti simili alle monadi di Leibniz».

Ci troviamo di fronte ad una problematica che investe la stessa vita umana e più in generale dell’universo che va considerato in senso olistico, vale a dire come Uno ed un Tutto e non somma delle parti, il discriminante è la coscienza in quanto consapevolezza nella conoscenza. Non una macchina, non un computer né tanto meno un robot. La nostra coscienza in continua evoluzione riflette la fenomenologia della nostra esperienza interiore ed ha una sua singolarità che non la rende copiabile come avviene nell’informatizzazione classica che caratterizza tutti i programmi, ci troviamo di fronte a ciò che viene definito un hardware senza software.

Creatività, etica, libero arbitrio, la gioia della vita possono essere prodotte solo dalla coscienza, la cosiddetta superintelligenza, termine più consono della tanto strombazzata intelligenza artificiale è altro. Le potenti macchine computazionali che l’uomo sarà in grado di costruire, queste sì sono superintelligenti ma solo se ne farà un uso consapevole! Giordano Bruno che aveva ben compreso l’esclusività della natura umana profetizzava: «Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo».

Michele Vista
Michele Vista
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