Siamo sicuri che la madrelingua di Vannacci sia l’italiano?

di asterisco

Negli ultimi sgoccioli di questa campagna elettorale europea, a sentire le tante castronerie che vengono elargite in presa diretta, non possono non risaltare le corbellerie linguistiche che offendono il tanto venerato idioma italico proprio da parte di chi si ritiene custode di un’identità tutta italiana.

Ci riferiamo al comizio di stampo masanelliano da parte di un candidato in abiti borghesi, osannato generale, tenuto a Roma ieri in una piazzetta semideserta, arringando i presenti nel rivendicare l’italianità da far valere per una ricostruzione dell’Europa che dovrebbe riflettere una speculiarietà (sic) tutta italica.

La sola idea che il Bel Paese debba essere rappresentato da figuri di questa levatura culturale dovrebbe suggerire ben altri atteggiamenti da parte dell’opinione pubblica che crede di partecipare in maniera democratica alla chiamata elettorale, a meno che non si voglia cadere nella pessimistica visione ormai quasi istituzionalizzata che ”ogni generale fa la guerra con i soldati che ha”, che beninteso, vale anche se letta   all’incontrario!