Con la pesante ed umiliante sconfitta del Potenza al “Ceravolo” di Catanzaro (6-1 per i calabresi), il campionato di serie C è giunto alla fine del girone d’andata. Dopo 19 partite, la squadra rossoblu si ritrova in zona play-out con 21 punti: 3 vittorie, 4 sconfitte e 12 pareggi. Una sconfitta in casa della capolista Catanzaro era preventivabile considerando che i calabresi, campioni d’inverno, si stanno dimostrando un vero e proprio rullo compressore: record di punti conquistati nel girone d’andata (51), 16 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte, 55 gol realizzati ed appena 8 subiti. Quello che invece preoccupa i tifosi del Potenza è che, a metà campionato, la squadra sembra non essere riuscita a trovare una propria identità di gioco e, soprattutto, di personalità. Il mix di giocatori over-under scelto dalla società non funziona fino in fondo: dagli over ci si aspettava più esperienza e qualità, dagli under più dinamismo e voglia di “mangiarsi l’erba” del campo. Che la rosa di calciatori abbia dei limiti strutturali è fin troppo chiaro; si spera che il Ds e la società ne siano consapevoli per porvi rimedio nel mercato di riparazione invernale. Il cambio di allenatore ha soltanto in parte dato i suoi frutti: Raffaele ha reso più compatta la squadra e ha variato il modulo di gioco a seconda degli interpreti in campo, ma, ci si aspettava qualcosa in più. Da quando è tornato sulla panchina dei lucani, il mister siciliano ha ottenuto 2 vittorie, 6 pareggi ed una sconfitta, conquistando 12 punti in 9 partite: 1,33 punti a partita. Il suo predecessore, Siviglia, invece, in 10 partite ha racimolato una vittoria, 6 pareggi e 3 sconfitte, totalizzando 9 punti: 0,9 punti a partita. Confrontando i due percorsi, sicuramente un miglioramento si è avuto, ma il cambio di marcia è ancora lontano. Il Potenza nel girone di ritorno deve capire cosa vuole fare da “grande” e, soprattutto, la società deve intervenire sul mercato acquistando giocatori funzionali al gioco di Raffaele e che abbiano voglia e stimoli di onorare la maglia rossoblu. Negli ultimi anni, troppi ragazzini sopravvalutati e che si sentivano già “campioni” hanno indossato la gloriosa casacca potentina. Il pubblico del “Viviani”, in alcuni casi fin troppo “esigente”, ha però sempre omaggiato ed apprezzato calciatori anche di spessore ed esperienza (non ragazzini) che sudavano la maglia e davano tutto in campo per il Potenza. Preservare la serie C è fondamentale per la città di Potenza sotto tanti aspetti, a partire da quello sociale-economico per arrivare ovviamente anche a quello sportivo. La società rossoblu, a partire dal presidente Macchia, deve instaurare maggiori ponti con la tifoseria che, almeno fino ad oggi non sembra essere coinvolta a pieno nel “progetto Potenza”; la flessione di presenze di tifosi al “Viviani” lo dimostra. Lodevoli le iniziative svolte fin qui da parte della società: lavori e migliorie dello stadio “Viviani”, primo store ufficiale del Potenza Calcio, nuovo logo, nuova comunicazione e marketing ecc. Ma quello che non si deve perdere di vista è il campo, perché lo spirito, l’essenza del calcio e la passione dei tifosi partono in primis dal rettangolo verde; altrimenti ci si ritroverà in futuro con una bella “scatola” ma senza “contenuto”. Il tempo di rimediare per il bene del Potenza e di Potenza c’è.
