Anche quest’anno, mentre la gente festeggiava il Santo Natale, chi sotto l’abete del celtico Odino e chi, con tutta la famiglia, intorno al Santo presepe in cui spiccano Giuseppe, Maria e Gesù è giunta notizia dello scontro frontale occorso tra la Befana e Babbo Natale. Del resto seguono la stessa rotta ma non lo stesso orario. Il cozzo è stato durissimo. Alcune renne hanno perso le corna imbrigliate nella scopa della Befana che è andata distrutta.
Babbo Natale che noi erroneamente consideriamo come il “pancione rosso” del mercato del consumo pare che esistesse molto prima che comparisse il cristianesimo. Egli era una delle tante mitiche figure che circolavano nella fantasia dei popoli germanici che, in un certo momento dell’anno, distribuiva doni ai bambini, che lasciavano, nelle loro scarpe, paglia e carote da dare ai cavalli di re Odino e ai suoi accompagnatori, in cambio di doni.
Col passare del tempo, nei Paesi Bassi, dopo l’arrivo del cristianesimo, il re Odino ha lasciato il posto a San Nicola. Questa tradizione arrivò in America dove subito la trasformarono in “affare” e nel 1930, l’artista Fred Mizen inventò un Babbo Natale barbuto e panciuto da collocare in un grande magazzino mentre beveva una bottiglia di Coca-Cola e vestito con i colori della Coca-Cola.
Come al solito quel successo si trasformò in moda e subito ritornò in Europa dove in breve tempo dilagò. In Italia e in molti altri Paesi europei ancora si celebrava il Santo Natale che si concludeva con la celebrazione della Santa messa e la benedizione e deposizione del Bambinello nelle mangiatoie. Ci si incontrava nelle chiese. Per i bambini che erano stati particolarmente buoni (e tutti lo erano), una settimana dopo arrivavano i doni della Befana, quella vecchina che volava sopra una scopa, di casa in casa per lasciare le gradite sorprese.
Anche questa tradizione derivava da un rito pagano che si basava soprattutto sull’andamento ciclico dell’agricoltura. Gli antichi Romani, ad esempio, celebravano il solstizio invernale con la ricorrenza del “Sol Invictus” che affidavano per dodici notti a non bene identificate figure femminili che eseguivano voli propiziatori sui campi per renderli più fertili.
La legenda post cristiana racconta che i Re Magi mentre portavano a Gesù in Betlemme non riuscirono più a seguire la stella Cometa e allora chiesero a una anziana ebrea, di guidarli, ma la donna non volle perché aveva freddo. I Magi ritrovarono la strada e la vecchina pentitasi di non averli aiutati preparò un sacco di dolci e cercò di raggiungerli ma non vi riuscì e da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini.
Ma torniamo a giorni più vicini a noi, in Italia e vediamo come nel 1928 Augusto Turati volle istituire la “Befana Fascista” dove venivano distribuiti regali ai bambini imponendo alle varie federazioni di raccoglierli tra commercianti, industriali e proprietari terrieri che forse furono anche lieti di donare un po’ di gioia ai bambini, specie quelli meno fortunati.
Il 5 marzo del 1977 il IV governo Andreotti, con la legge numero 54 stabilì che la festività dedicata alla Befana, venisse soppressa insieme ad altre feste di matrice Cattolico-Cristiana.
Fu lasciato papà Natale a simboleggiare le feste natalizie e l’americana bevanda della Coca-Cola.
Dopo otto anni, precisamente nel 1985, il governo socialista condotto da Craxi ripristinò la solennità della festa dell’Epifania anche se ormai la vecchina che viaggia sulla scopa e il sacro presepe hanno quasi definitivamente lasciato lo spazio nazional-festaiolo ai prodotti pubblicitari americani. Il comunicato stampa non ha specificato se ci saranno interventi delle assicurazioni per risarcire i danni subiti dalla Befana e da Babbo Natale, ma si è letto da qualche parte che alla fine non saranno i governi o i mercati a decidere i danni dello scontro, ma il buon senso degli uomini saprà valutare le simpatiche corna delle renne e la efficiente scopa (semmai elettrica) porta regali