Realtà della conoscenza…o conoscenza della realtà?

Giocare sulle parole è oggi divenuta una ben collaudata consuetudine per manipolare l’informazione tentando in maniera ambigua di farla passare per conoscenza. Ci riferiamo al titolo di un recente libro edito dalla Rizzoli: Sapere è potere. Da Aristotele a ChatGPT, perché il futuro dipende dalla nostra formazione. Una scelta di parole che hanno una valenza ineccepibile, se poi le analizziamo in dettaglio possono significare tutto ed il loro contrario, o quantomeno sollecitare nel lettore notevoli riflessioni.

Voler conciliare sapere, potere e formazione nella società in cui viviamo significa, come spesso accade: sfruttamento, perfetta simbiosi tra interesse e profitto. Il sapere tecnologico che purtroppo prevale è qualcosa di profondamente diverso dalla conoscenza scientifica, la scienza elabora idee, stimolata nel senso socratico dal sapere di non sapere, la creatività del pensiero umano sta nelle sue intuizioni, l’homme machine ha avuto una importanza nella storia dell’umanità necessaria ma non sufficiente. La formazione culturale è l’elemento indispensabile sia nella teoria che nella pratica se si guardi alle possibili prospettive future. Il passato, il presente ed il futuro formano l’ossatura della conoscenza della realtà che ci circonda e che chiamiamo a ragione formazione. La vera cultura non ha alcuna necessità imprenditoriale, è trasmissione del sapere nel suo evolversi e divenire temporale come ci testimoniano gli antichi filosofi, la conoscenza ci permette attraverso la ragione di comprendere la realtà e poi con le sensate esperienze diventare scienza. Allo stesso modo una teologia così  come  un’epistemologia  della  scienza  non  hanno  alcun  valore  di metodo o d’indagine storica. La scienza parte da ipotesi che vanno convalidate, verificate con l’esperienza ed essere riproducibili, il ruolo delle intuizioni ha certamente la sua importanza nell’estetica della conoscenza senza dover cadere per forza in un determinismo con cui purtroppo occorre fare i conti nella realtà. Il famoso libro della natura che costantemente ci sta davanti agli occhi ci obbliga a seguire un certo metodo che potrà essere strumentale e servirsi di valori statistici ma anche di intuizioni nella loro valenza estetica. Riempie di gioia sentire un monaco camaldolese che riconosce il merito del metodo galileiano nel dare consistenza quasi teologica alle affermazioni del coautore invasato dalle possibilità formative della tecnologia ChatGBT , sottolineando una vera e propria eresia ed affiancare un gigante come Isacco Newton ad un pigmeo della conoscenza come Elon Musk.  Ricordare la Santa Inquisizione non sarebbe uno sproposito!

Michele Vista
Michele Vista
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