di asterisco
Un detto popolare nel nostro dialetto ci dà l’esatto quadro della classe politica contemporanea. Tutti alla ricerca del voto nell’ambizione fin troppo malcelata, divenuta oggi una regola, di mettersi al servizio del paese nel loro inconscio familismo o nepotismo che dir si voglia.
Sono convinti di salire di un gradino nella scala sociale, mercanteggiando la loro disponibilità, sguazzando con estrema disinvoltura nel mare della rete mediatica, che diventa la loro corte, e cosa assurda pur arrivati al grado più elevato della politica si lamentano persino della perdita della loro privacy!
Parlano a sproposito con una straordinaria disinvoltura sapendo benissimo di soddisfare il codazzo di cavalier serventi e cicisbei sempre pronti a cambiar casacca o essere utile cassa di risonanza delle loro baggianate multi eloquenti. Nella totale assenza del senso della misura che contraddistingue tutti al di là dello schieramento politico offrono uno spettacolo indecente, ancora più marchiano alla vigilia di una campagna elettorale nella quale si sovrappongono amministrazioni locali e ambizioni europee, in base a una senz’altro allettante posta in gioco!
L’importante è varcare la soglia dei palazzi del potere, governare diventa irrisorio per chi ha ottenuto il mandato elettorale, essere coperti appunto dalla péttola parlamentare, ma la stessa cosa vale per chi crede di fare opposizione pur ricoprendosi di un’analoga se non equivalente péttola!
Che fare? Tornano attuali i versi del poeta lungimirante della Commedia: ”Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”!