Può una pessima idea avere dignità scientifica?

Nella storia della Scienza e in particolare della Medicina non sempre un’idea, o a essere più precisi la sua applicazione pratica, ha prodotto risultati entusiasmanti. La lettura del libro da pochi giorni in libreria: Tre colpi di genio e una pessima idea. Ascesa e caduta di uno scienziato squinternato, di Silvia Bencivelli, edito da Bollati Boringhieri, Torino 2025, ne traccia un percorso interessante e di grande attualità se si considerino le tante anomalie che hanno investito la sanità pubblica negli ultimi anni a livello globale.

Dello scienziato Charles-Edouard Brown Séquard (1817-1894) considerato uno dei padri fondatori dell’Endocrinologia e un pioniere delle Neuroscienze, si descrive la sua vita movimentata e la frenetica attività di ricerca tra l’Europa e l’oltreoceano, attraversando l’Atlantico per ben sessantasei volte, sino al 1889 quando ottenuta la cittadinanza francese e la carica di professore al Collège de France, si stabilisce definitivamente a Parigi.

Suo contemporaneo, ma con un approccio differente, negli studi che riguardano la Fisiologia è Claude Bernard, figura fondamentale per i suoi studi sperimentali che riguardano la medicina. Un’analoga importanza avevano le inquiete ricerche condotte da Brown-Séquardnei vari decenni permettendo una prima, anche se parziale, comprensione che esistevano due sistemi di trasferimento dei messaggi all’interno del nostro organismo: uno per opera del sistema nervoso attraverso il cervello, il midollo spinale e i nervi nel formare quasi una rete di trasmissione d’impulsi, il secondo mediante veri e propri messaggi chimici, veicolati nel sangue in direzione dei vari organi come effetti che potevano sembrare magici, sino ai notevoli progressi della medicina molecolare della seconda metà del Novecento e all’avvento della microscopia avanzata. Grazie al suo contributo nello sviluppo delle neuroscienze, un’importante sindrome neurologica ancora oggi va sotto il suo nome.

Negli ultimi anni, ormai ultra sessantenne, crede di aver messo a punto un fluido miracoloso, efficace antidoto per bloccare la vecchiaia e assicurare un’eterna giovinezza, a base di testicoli di cane, sostenendo di essersene iniettato dieci dosi e di essere tornato forte come un ragazzino. A dimostrarlo, il fiotto di urina, rinvigorito e potente come un tempo. Non aggiunge altro, ma per tutti il sottinteso pruriginoso è solo un passo più in là. Sarà infatti un inspiegabile passo falso, nonostante inizialmente gli avessero dato credito, data la sua levatura in campo medico, importanti personalità della cultura scientifica e letteraria del tempo. La Scienza ben presto ne circoscriverà l’assurdità della scoperta e lo seppellirà nel ridicolo, forse ingiustamente, come l’autrice sottolinea nel suo piacevole e compiacente racconto delle vicende di questo scienziato che bonariamente definisce squinternato, stando alle molte analogie con alcune applicazioni moderne della farmacologia medica, che purtroppo se la si osservi nel suo sviluppo storico ne fornisce eclatanti esempi!     

Michele Vista
Michele Vista
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