Potenza. Aperta la porta giubilare

La cerimonia di apertura della Porta Santa tenutasi alla Chiesa di Santa Maria della Speranza nel quartiere di Bucaletto a Potenza, dall’Arcivescovo Mons. Davide Carbonaro, il 18 gennaio 2025, è avvenuta contornata da una grande folla di fedeli, i quali hanno visto come uno spazio sacro si è artisticamente arricchito con la porta in bronzo di grandi dimensioni (4 m. di altezza per 3 m. di larghezza) realizzata dal M° Felice Lovisco per l’Anno Santo 2025.

Il popolo potentino e quello dei fedeli di Bucaletto, in particolare, sono accorsi numerosissimi per partecipare allo straordinario evento.  

L’Arcivescovo della città, Mons. Davide Carbonaro, dopo la benedizione dell’imponente scultura bronzea ha aperto la Pota Santa mentre un coro innalzava inni sacri e la folla si segnava col segno della croce.

La solennità del momento, tra nuvole d’incenso, canti e commozioni, ha visto passare tanti “Pellegrini” attraverso quella porta che fino a qualche attimo prima era guardata e apprezzata da tanti curiosi. I fedeli ordinatamente hanno seguito e partecipato a tutte le funzioni e solo alla fine d’esse, uscendo sul sagrato della chiesa, d’avanti alla Porta Santa, hanno espresso la soddisfazione di avere, proprio in quel quartiere, detto anche il “quartiere dei terremotati”, la “Porta della Perdonanza”.

L’Opera è stata concepita dall’Artista Lovisco, oltre che come porta giubilare anche come porte della Speranza, della Memoria, della Rinascita e della Fede e lo ha fatto realizzando, con un particolare essenzialismo, scolpendo, l’uomo nella sua miseria, coperto solo da un lembo di stoffa, che precipita sotto le macerie rappresentate da un pezzo di legno, forse uno stipite di porta della sua casa distrutta a causa del terremoto avvenuto nel 1980.

Ma lo sguardo dell’uomo è verso la Madonna che, nella parte alta della porta, sorregge il Figlio mentre lo mostra orgogliosamente, come farebbe ogni mamma, ai “Pellegrini”, “popolo di Dio”.

Altre effigi realizzate dall’attento scultore sono la “Colomba” che rappresenta lo Spirito Santo, il cane che rappresenta la fedeltà, altri segni invece, appena incisi ma molto ben visibili, rappresentano quella “speranza di perdono” da ottenere attraverso la “certezza di fede”.

Sul retro della Porta ci sono due singolari maniglie rappresentanti la quercia e l’ulivo, la forza e il perdono, e allora ben vengano le parole di Pavel Evdokimov riportate sopra un volantino, distribuito dagli efficienti volontari che hanno agevolato tutti i momenti della manifestazione e che diceva: «L’uomo vecchio muore alla soglia del tempio, mentre l’uomo nuovo, risuscitato con Cristo, vi entra e abita il tempio della gioia».

L’artistica “Porta Santa” di Bucaletto è subito diventata anche una delle porte simboliche della città di Potenza posta sulla solidità della chiesa che opera in quel “quartiere dei terremotati” e che il M° Lovisco ha già precedentemente arricchito con le sue opere.