Le Poste Italiane non finiranno mai di stupire. Il paradosso è diventato una costante nell’Azienda. Raccontiamo fatti realmente accaduti. In un paese di una provincia italiana (nello specifico in quella di Potenza, in Basilicata o Lucania che dirsi voglia) le lettere con l’indicazione del nome preciso del destinatario vengono “imbucate” in un’altra cassetta di un altro cittadino che abita nella stessa strada solo che ha un numero civico diverso. Il paese conta circa 400 residenti e nella strada vi abitano forse solo una decina di famiglie.
Il cittadino “oggetto” del disservizio ha comunicato a tutti i mittenti il reale numero civico dove risiede. Purtroppo non tutti hanno recepito l’indicazione e hanno lasciato il numero precedente.
Domanda: il postino che passa regolarmente davanti alla casa del cittadino destinatario delle missive, che per giunta conosce, e procede oltre fino a un paio di metri in avanti, legge tutto ciò che è scritto nella parte contenente i dati del destinatario?
No!
Il postino legge solo la via e il numero civico, secondo quanto da egli stesso riferito alla famiglia che riceve la posta non a essa indirizzata.
Allora se si scrive una lettera al signor Bianchi, indicando l’esatta strada, il giusto codice di avviamento postale, la città e la provincia ma si sbaglia il numero civico di un numero in un paese con solo circa 400 abitanti residenti che succede?
Il destinatario non riceverà la missiva!
Soluzione: Poste Italiane dovrà assumere quattro portalettere: uno guida l’auto, uno legge il nome del destinatario, un altro l’indirizzo e l’ultimo scrive (dopo un adeguato percorso di scrittura creativa).
Fanno un consulto semmai alla presenza di un notaio. Poi interpellano un giudice del Foro competente per territorio e anche i rappresentanti delle forze dell’ordine e attendono pazienti i pareri tecnico-legali.
Semmai potrebbero anche tenere in strada una specie di “seduta consiliare” alla presenza del pubblico curioso che all’occorrenza potrà intervenire come testimone.
Alla fine se non si giunge a una decisione si prende una moneta e la si lancia in aria: se esce testa la lettera va a Tizio, se esce croce va a Caio … se resta sospesa tra i fili dei tralicci della corrente si invoca lo spirito di Manitù perché invii un volatile (possibilmente un maschio) a prendere se non la moneta almeno la missiva e si mette la femmina sua omologa di specie nella casa del diretto interessato, lasciando la finestra aperta.
Se ciò non bastasse si può richiamare dalla mitologia Ermes (detto anche Hermes o Ermete) quale messaggero degli dèi.
Mentre la “pantomima” continua il povero cittadino, che spera di leggere quanto speditogli, in ginocchio prega Dio recitando il “mea culpa” e maledicendo il giorno in cui si è affidato alla “divinità” Poste Italiane con i suoi “sacerdoti”, “suore” e “sacrestani”.
Meditate gente, meditate!
Forse è meglio mandare con i quattro postini anche un dipendente dell’ufficio anagrafe del Comune
Forse ho capito qual’è il paese. E’ proprio dove abito io e la postina è vero legge solo gli indirizzi. Il paese si trova nella valle dell’Agri. Forse non arriviamo nemmeno a 350 abitanti residenti. Ci conosciamo tutti. Abbiamo l’ufficio postale aperto a giorni alterni. Io ho la carta per prelevare ma il Postamat non si trova all’aperto, sulla strada come in tutto il mondo ma dentro l’ufficio. Siamo solo un popolo di pecoroni. Ci lamentiamo sempre ma appena arriva u pastore ci mettiamo in fila e dichiamo sìssignore!