Il 25 marzo Salvini ha dichiarato che il ponte sullo Stretto costerà quanto «un anno di reddito di cittadinanza». Stiamo parlando di una cifra tra i 7 e i 9 miliardi di euro, ossia quanto è costata in media ogni anno, dal 2019 in poi, la misura di contrasto alla povertà. Pochi giorni dopo, il 31 marzo, un comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti parlava di un costo complessivo dell’opera di 10 miliardi di euro, considerando anche «tutte le opere ferroviarie e stradali di accesso su entrambe le sponde».
Il Def, pubblicato il 13 aprile sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è però meno ottimista. L’allegato “Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica” contiene una sezione dedicata al ponte sullo Stretto e, tra le altre cose, al «costo e ai fondi destinati alla realizzazione dell’opera». In base agli ultimi aggiornamenti, il costo del ponte sullo Stretto è stimato in 13,5 miliardi di euro, mentre quello delle nuove opere ferroviarie che si collegheranno all’infrastruttura, sia in Sicilia sia in Calabria, si aggira intorno agli 1,1 miliardi di euro. Se si sommano queste due voci di spesa, si ottengono i 14,6 miliardi di euro citati da Bonelli. Il Def non si sbilancia invece sul costo delle «opere di ottimizzazione e complementari alle connessioni stradali» che saranno realizzate insieme al ponte. Nel complesso stiamo comunque parlando di un costo più alto di quello indicato nelle scorse settimane da Salvini e dal suo ministero.
Il Def aggiunge anche che «a oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di Bilancio». Detta altrimenti, al momento non sono ancora stati stanziati soldi per costruire il ponte sullo Stretto.
Il documento ipotizza alcune linee di finanziamento, per esempio usando le risorse messe a disposizione delle regioni con il Fondo per lo sviluppo e la coesione, nuove risorse stanziate con la prossima legge di Bilancio o con prestiti contratti sul mercato nazionale o internazionale. «Saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti», si legge nel Def. Infine si ipotizza l’accesso alle sovvenzioni del programma Connecting Europe Facility (Cef), ossia un fondo finanziato con risorse europee per sostenere progetti in ambito energetico, dei trasporti e della transizione digitale.
Il 16 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge per la costruzione del ponte sullo Stretto, al momento all’esame della Camera dei deputati. I principali provvedimenti del decreto riguardano la riattivazione della società concessionaria dei lavori, la Stretto di Messina S.p.a., il riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell’opera, e l’introduzione di un servizio di monitoraggio ambientale per valutare l’impatto dell’infrastruttura.
Secondo Angelo Bonelli, il Def del governo Meloni stima in 14,6 miliardi di euro il costo del ponte sullo Stretto, contro i 10 miliardi di cui ha parlato nelle scorse settimane il ministro Matteo Salvini. Il co-portavoce di Europa verde ha anche aggiunto che al momento «non ci sono soldi a copertura del progetto». A fine marzo Salvini e il suo ministero parlavano di un costo del ponte intorno ai 10 miliardi di euro. Il Def stima invece in 13,5 miliardi di euro il costo aggiornato, con 1,1 miliardi di euro di costi per le opere ferroviarie annesse. Il documento specifica poi che a oggi non sono state stanziate risorse per far fronte a questi costi.