Ogni desiderio dell’Unione Europea non deve essere un ordine

di Marco Gregnanin

Se l’Europa chiama gli Stati europei rispondono. Se gli europeisti chiamano i popoli europei rispondono. Se il Governo europeo decide gli italiani sono i primi a soddisfare le decisioni prese. E la nomenclatura può continuare ma a un certo puntoci si accorge che la/e volontà europee sembrano espresse solo, o quasi, per l’Italia.

Ricordo quando la Comunità Europea stabilì, ad esempio, che il vino, in Europa, doveva essere quasi tutto di marchio francese o comunque di qualità se non dubbia certamente non “controllata”.  

In quel caso però venne accontentato anche un gruppo di “scissionisti italiani”, in accordo/complicità (forse) col rappresentante/Ministro dell’agricoltura italiano, affinché si potesse distribuire, in Europa, anche qualche marchio di vino di qualche regione dell’Italia del Nord.

Sempre la Comunità europea stabilì che potevano essere immessi sul Mercato comune europeo anche oli e olive del nord Africa. Italia, Grecia e Spagna (i maggiori produttori di oli della comunità) zittirono o quasi ma certamente ubbidirono.

Il massimo lo si è avuto quando, sempre l’Europa stabilì che circa 40 varietà di frutta e di verdura dovessero avere, per essere vendute in Europa un certo aspetto, qualità, forma, peso e dimensione.

Ecco alcuni esempi:

  • le mele dovevano avere un diametro di cm. 5;
  •  alcuni tipi di meloni dovevano avere una dimensione del diametro di 7,5 cm.;
  • le arance un diametro di 5,3 cm.;
  • i pomodori, invece, avevano misure che variavano tra i cm. 3,5 di diametro se  
    tondi, mentre di cm. 3 se allungati.

Mentre nell’elenco degli alimenti che vanno a peso furono considerati, tra l’altro:

  • il kiwi un peso non inferiore a 65 g.;
  • meloni almeno di g. 250;
  • le zucchine potevano variare da g. 50 fino a un massimo di  450 g.

Ma la zucchina ha avuto bisogno di un’attenzione particolare da parte degli esperti della Comunità europea perché per essi fu stabilito anche una lunghezza minima che doveva essere di cm. 7 fino a un massimo di cm. 35.

Qui sarebbe facile ironizzare, ma noi diamo credito agli esperti e crediamo che certi “suggerimenti” siano scientemente dispensati (anche se con minacce sanzionatorie).

Allora perché oggi l’ennesimo provvedimento che la nostra Comunità europea ha “proposto”, che è quello delle auto elettriche che, entro una certa data (molto vicina), potranno circolare per tutta l’Europa, viene osteggiata: dal mondo scientifico, che le ha considerate altamente sconvenienti e inquinanti, al mercato di affari che le considera anti economiche perché allungano le distanze anziché accorciarle e che non tutti potranno acquistare. Ma allora non è forse il caso di dire che se la logica del profitto (per qualcuno) può anche fare accettare un frutto di un certo peso o un ortaggio di una certa dimensione quasi a rendere il popolo in “mutande” per chissà quale scopo non si può accettare che qualcuno difende energicamente gli interessi del proprio popolo (per esempio quello italiano)?

intervento
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Un commento

  1. Complimenti per l’arguzia e la giusta ironia che ci rendono più sopportabili certe verità.

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