Nell’universo mediatico dell’informazione si legge o meglio si ascolta di tutto, sembra che non ci sia nulla di più idoneo della politica per farlo. Le varie penne scorrazzano alternando logorroiche disquisizioni sulle svariate sortite di personaggi istituzionali di rilievo o riportando le loro frasi quasi istantanee, fulminee, con un effetto tonante assai ricercato e scontato e nulla di più.
Non passa giorno che un autorevole componente la squadra di governo parli a sproposito e dia un ghiotto boccone ad un ormai consolidato uso di fare informazione secondo il vento politico a cui ci si affida. Può accadere, essendo umani, che nel parlare si usino parole improprie, l’ambiguità manifesta invece ha qualcosa di repellente a livello morale. Questo dovrebbe valere per tutti al di là dello schieramento politico in cui ci si riconosce.
Lo spettacolo a cui assistiamo ce lo offrono purtroppo anche le opposizioni che nei vari distinguo sollecitano dimissioni e non sanno andare oltre, ignorando esse stesse le ragioni oggettive in cui versano, cadendo in sterili contrasti di facciata avendo perso il contatto con la realtà italiana ed internazionale. In contesti storici differenti e non certo nostrani le cosiddette primarie avrebbero senso, in un paese democratico come l’Italia hanno importanza le votazioni elettorali ma è la partecipazione popolare che ne fa la sostanziale differenza, non l’astensionismo paradossale che le ha contraddistinte in questi ultimi decenni. La democrazia parlamentare è divenuta piuttosto un’oligarchia al servizio dei poteri forti connessi al potere economico finanziario ed anche militare dei vari stati siano essi nel vecchio che nel nuovo continente. Per destabilizzare dei governi si ricorre a qualsiasi arma, non solo la guerra ma anche le stragi che si compiono nel Mediterraneo, le stesse crisi energetiche non sono frutto di una generazione spontanea così come il terrorismo di qualsiasi colore esso sia.
E torniamo al nostro Bel Paese che tutti lodano per di più con un idioma forbito di cui vantano le tradizioni, siano esse Rinascimentali che Risorgimentali, in cui non esiste oggi una classe politica con la caratura idonea a valorizzare con pienezza il suo ruolo storico essenziale nel vecchio continente. Effimere ed estemporanee nostalgie di tempi passati, dalla famosa ricerca di Francesco Crispi di assicurarsi un posto al sole ad altre famose e tragiche avventure coloniali!