Mondiali. Il Marocco non ci sta e scrive alla Fifa

Il calcio è “rotondo” come il pallone che ventidue persone “in mutande” usano per confrontarsi su un campo d’erba. La cronaca di questo sport è segnato da errori arbitrali, da evidenti inferiorità di questa o quella squadra, sul piano tattico chiaramente, da interessi economici, “Qatargate” docet, da fattori ambientali e chi più ne ha ne metta. Perdere una partita non vuol dire avere la nazione invasa da un’altra, non accende la “miccia” di una guerra, subire forme di razzismo e altro ancora. Una squadra perde e quindi torna a casa. Se poi è giunta a una semifinale tanto onore ma ciò non cambia il responso finale.

Il Marocco ha perso contro la Francia e come tutte le altre perdenti della competizione sportiva deve accettare il verdetto del campo, fare i bagagli e lasciare una terra che ha sacrificato vite e vite per edificare stadi e darsi una parvenza di civiltà. In molti non hanno visto le partite e molti altri ancora erano favorevoli a boicottare la manifestazione. Poiché ciascuno è libero di fare ciò che vuole nessuno deve pronunciare condanne. Ciascuno farà i conti con il proprio senso e grado di giustizia.

Passiamo ai fatti. Il Marocco è stato escluso dalla competizione perché ha perso per 2 a 0 contro la Francia però non ci sta e che fa? La federazione marocchina decide di scrivere alla Fifa con tanto di lamentele.

“La Federcalcio marocchina reale (FRMF) ha protestato con forza contro l’arbitrato della partita Marocco-Francia arbitrata dal signor Cesar Arturo Ramos – si legge in un comunicato ufficiale -. A tal fine, il FRMF ha inviato una lettera all’organo competente in cui ritorna sulle situazioni arbitrali che hanno privato la selezione marocchina di due sanzioni indiscutibili secondo diversi specialisti del settore. L’FRMF ha anche espresso il suo grande stupore per il fatto che il sistema di assistenza video (VAR) non sia intervenuto. L’FRMF ricorda che non risparmierà sforzi per difendere e preservare i diritti delle Selezioni Nazionali sostenendo l’equità nell’arbitrato e denunciando queste decisioni arbitrali prese durante la semifinale della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022″.

Gli episodi oggetto della contesa: le proteste riguardano due possibili rigori non fischiati al Marocco. Il primo al 27′ del primo tempo per un contrasto tra Theo Hernandez e Boufal in area francese, il giocatore dell’Angers finisce a terra e l’arbitro lo ammonisce concedendo la punizione agli avversari. Il secondo è il contatto tra Amallah e Tchouameni, che l’arbitro non ha ritenuto fosse falloso.

I tifosi italiani, ad esempio, sicuramente non hanno ancora dimenticato un nome: Byron Moreno. L’arbitro ecuadoriano divenne noto in occasione dei Mondiali 2002, in cui fu designato per l’ottavo di finale tra la Corea del Sud e l’Italia: in precedenza, durante la fase a gironi, aveva diretto l’incontro del gruppo D tra Stati Uniti e Portogallo, vinto a sorpresa dai nordamericani per 3-2.

A Daejeon, l’Italia fu eliminata perdendo 2 a 1 per il golden goal di Ahn, all’epoca in forza al Perugia di Gaucci, che a seguito dell’eliminazione azzurra lo cedette. Il suo arbitraggio destò forti critiche in Italia, dove da molti fu ritenuto responsabile per la sconfitta della squadra di Trapattoni.
Oltre a un rigore accordato ai coreani (che però venne parato da Buffon), ritenuto generoso ma comunque non infondato, le decisioni più contestate furono l’espulsione di Totti, ammonito per la seconda volta a causa di una presunta simulazione, e la segnalazione di un fuorigioco dubbio che tolse a Tommasi la possibilità di realizzare il golden goal. Altre critiche riguardarono le mancate sanzioni per alcuni interventi dei coreani, tra cui una gomitata ai danni di Del Piero da parte di un giocatore già ammonito.

Le accuse mosse dalla delegazione azzurra non furono confermate da un’indagine della FIFA, la cui conclusione fu di non aver rilevato alcun illecito sportivo, per cui lo svolgimento della partita fu dichiarato regolare.
D’altra parte la stampa italiana, pur criticando l’arbitraggio di Moreno, giudicato quanto meno casalingo, rimproverò alla squadra di aver mancato diverse occasioni da gol.

Nel settembre successivo fu nuovamente al centro di polemiche, questa volta in patria. L’accusa era di aver combinato il risultato di una partita del campionato nazionale, tra Barcelona e Liga Quito, che vinse 4 a 3, dopo essere stata sotto per 3 a 2 fino a pochi minuti dal 90′. Gli vennero contestate alcune decisioni “a favore” del Liga Quito tra cui l’assegnazione di un rigore parso inesistente, il mancato intervento sui falli commessi dai giocatori e il recupero, con 6′ segnalati ma 13′ effettivi.

Si ritenne che il comportamento dell’arbitro fosse condizionato dalla sua candidatura al consiglio comunale di Quito: non fu però eletto e la magistratura lo scagionò da qualsiasi accusa. Agli inizi del 2003, fu prima sospeso e poi espulso dalla Federazione locale per la partecipazione a un programma televisivo italiano: i dirigenti federali criticarono il suo eccesso di protagonismo, decidendo di non permettergli più di arbitrare. L’ultima gara da lui diretta fu SD Quito-Cuenca, del 23 maggio 2003. Il 10 giugno, la FIFA ufficializzò la sua sospensione definitiva.

Corsi e ricorsi! Così è se vi pare!