di Arturo Giglio
L’obiettivo, alla portata, è di superare le 16 mila tra presenze ed arrivi turistici del 2023 a partire da una stagione estiva che si preannuncia a Viggianello e nell’area del Parco Nazionale del Pollino di grandi potenzialità. La prima pattuglia di turisti dei primi tre mesi dell’anno – 1800 tra presenze ed arrivi – lascia ben sperare operatori turistici e piccole e medie imprese di Viggianello. Il punto di riferimento resta l’ecoturista. Per testare la situazione e aggiornare l’identikit dell’ecoturista che sceglie il Pollino il Centro Studi Turistici Thalia ha promosso una missione per questo fine settimana. Intanto, l’identikit di partenza: alto indice di scolarizzazione (il 41 per cento ha una laurea, il 46 per cento un diploma e solo il 13 per cento un titolo inferiore); prevalentemente giovane (il 51 per cento ha meno di 30 anni, ed il 35 per cento fra i 31 ed i 60 anni); capacità di spesa media (245 euro a week end) nel 61 per cento dei casi; per il 50% proveniente dalla Puglia, per il 13% dalla Campania e solo per l’8% dalla Basilicata. Le attività sportive sono la principale motivazione di vacanza, con una quota di mercato pari al 48 per cento, seguita dal relax al 23 per cento, dall’enogastronomia al 15 per cento e dalla riscoperta delle tradizioni all’11 per cento. Fra le attività sportive, è l’anno del boom delle due ruote: il biking supera infatti per la prima volta tutti attestandosi al 31 per cento, seguito da escursionismo (21 per cento), trekking (15 per cento), animal watching (13 per cento), equitazione (7 per cento).
Una tendenza, quella della crescita del turismo natura, che viene confermata anche dalle rilevazioni dei tour operator, che nel 65 per cento dei casi hanno registrato un aumento di prenotazioni, nel 31 per cento una domanda stabile e solo nel 4 per cento una diminuzione. Tanto che il 57 per cento di loro ha inserito i prodotti della natura in misura maggiore nei propri cataloghi cartacei e online. Dunque un incoraggiamento a quegli operatori turistici del Pollino – sottolinea il C.S. Thalia – che da sempre hanno creduto nelle potenzialità dell’area anche nelle fasi più difficili. Ci sono modelli di ospitalità rurale l’agriturismo alle pendici del Pollino che rappresenta una “best practice”. Tra gli esempi l’azienda agricola Masseria Campolerose, esistente fin dal 1576, che è dotata dal 2005, di una struttura idonea a dare ospitalità e ristoro a quanti amano l’ambiente naturale ed incontaminato del Parco. Situata in Contrada Campolerose, nei pressi della sorgente del fiume Mercure (Lao) con possibilità di vista, ai piedi del Monte Vocolio, propone una diretta partecipazione alle attività agricole svolte in azienda. E’ una delle nuove tendenze dell’eco-turista che cerca formule di vacanze esperenziali e chiede di condividere l’esperienza delle famiglie del luogo di soggiorno. L’agriturismo Masseria Campolerose, produttore autorizzato della Melanzana Rossa di Rotonda D.O.P., è anche una fattoria didattica. Viene svolta, infatti, attività di accoglienza ed educazione di gruppi scolastici, nelle quali viene offerta l’opportunità di conoscere le attività della nostra azienda e del contesto rurale in cui ci troviamo. La scoperta di un nuovo posto non parte solo dai luoghi da visitare ma anche dai sapori della tradizione locale. La stessa tradizione culinaria lucana, racchiusa nei piatti preparati dallo chef Antonio Tedesco che faranno intraprendere un tour di sapori lungo tutta la storia del Parco Nazionale del Pollino. I piatti proposti sono preparati con ingredienti del posto selezionati, alcuni vengono prodotti direttamente all’interno della Masseria come gli ortaggi. La figura dell’agricoltore e del pastore, lavori che sono stati molto comuni nella storia della valle del Mercure e lo sono tutt’oggi, hanno influenzato molto la cucina. Gli ingredienti di base sono ortaggi di uso comune e ortaggi tipici (oltre la Melanzana Rossa di Rotonda), il Fagiolo Poverello I.G.P., oppure prodotti caseari come il Paddraccio (formaggio fresco caprino), o la vasta varietà di salumi come la soppressata, il capocollo, la salsiccia il prosciutto e molti altri. i primi, classici del territorio con pasta fatta a mano come i “Rascatteddre” i “Tappiceddre” o i “Tagghiuline” conditi con sughi come quello di cinghiale o con funghi porcini oppure i caratteristici tagliolini al latte. I secondi rigorosamente di carne, come le grigliate miste che richiamano molto la tradizione del territorio. Cibo genuino dai sapori antichi, piatti fatti con tanta passione e bontà. Il prolungamento dei soggiorni e della stagionalità resta il problema principale. Gli operatori puntano su pacchetti molto competitivi. A Viggianello hanno deciso di tenere i listini normali per favorire famiglie con bimbi piccoli, anziani, gruppi e comitive per cogliere una tendenza nazionale che vede il Turismo Natura non solo mantenere le posizioni ma addirittura migliorarle in maniera sensibile, specialmente nella componente straniera. Un settore che negli anni, e nonostante la congiuntura economica difficile, continua a produrre numeri positivi. I parchi e le aree protette costituiscono il segmento più rappresentativo del Turismo Natura, seguito a ruota da “i borghi più belli d’Italia” (a Viggianello ci sono entrambi i fattori), il cui risultato rappresenta in assoluto la migliore performance.