In un piccolo borgo come Armento il respiro della comunità s’intreccia con quello delle persone che, giorno dopo giorno, ne tessono la trama. Tra queste Maria Rosa De Pierro ha rappresentato non solo una guida amministrativa ma anche un faro umano, una figura di riferimento capace di coniugare impegno civico e dedizione alla propria gente. La sua scomparsa, tanto improvvisa quanto dolorosa, ha lasciato un vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Eppure mentre il Comune si stringeva intorno alla sua memoria, rendendole omaggio con la solennità che merita chi ha servito con onore, si è consumato un gesto che colpisce non solo per la sua assenza di sensibilità istituzionale ma per il silenzio umano che grida più forte di qualsiasi parola. La mancata presenza del gruppo di minoranza e, in particolare, dell’ex sindaco Bello, sconfitta alle ultime elezioni comunali, rappresenta un’ombra sul senso profondo della comunità. Non un gesto, non un messaggio, non una parola che potesse, almeno in questo momento, trascendere divisioni politiche e ricordarci ciò che ci accomuna: la nostra umanità.
Maria Rosa De Pierro è stata un esempio di dedizione e passione, una donna che ha scelto di dedicare le sue energie al servizio del bene collettivo. Non si tratta solo del suo ruolo istituzionale ma della capacità di essere un collante, una presenza viva e significativa in ogni angolo della comunità. La sala consiliare, trasformata in camera ardente, è diventata per un giorno un luogo sacro, dove il dolore privato dei suoi cari si è intrecciato con quello pubblico di una comunità che l’ha amata e rispettata.
Le parole del sindaco Luca Manieri e della giunta, unite al cordoglio sincero dei cittadini, sono state un tributo non solo alla sua memoria ma a ciò che Maria Rosa rappresentava: il senso alto del servizio, quello che guarda oltre il proprio interesse per abbracciare il bene comune. “Non omnis moriar”, “Non morirò del tutto”, scriveva Orazio. Ed è così che vogliamo ricordare Maria Rosa: viva nella memoria, eterna nel cuore di chi l’ha conosciuta.
Ma mentre Armento si raccoglieva intorno a questo momento di dolore l’assenza del gruppo di minoranza e, in particolare, dell’ex sindaco Bello, risuona come un’eco vuota. Non si tratta di una questione politica ma di ciò che dovrebbe essere il fondamento di ogni relazione umana: il rispetto per la vita, anche quando questa si spegne. “Mors ultima ratio rerum”, “La morte è la suprema realtà delle cose”. Non c’è più spazio per rivalità o rancori davanti alla fine: c’è solo la necessità di unirsi, di testimoniare il rispetto che si deve a chi ci lascia.
Il silenzio della minoranza non è stato solo un silenzio istituzionale ma una mancanza di sensibilità che fa male. C’è chi considera anche un momento così tragico come terreno di conflitto, dimenticando che, di fronte alla morte, non esistono vincitori o vinti ma solo uomini e donne che si inchinano al mistero della vita che finisce.
Ciò che colpisce di più è la mancanza di umanità in questo gesto. Poteva essere il momento per dimostrare che le divisioni politiche si sciolgono di fronte al rispetto per la persona, ma così non è stato. Questo lascia una ferita, non solo nella memoria di Maria Rosa, ma nella comunità che avrebbe meritato di vedersi rappresentata in tutta la sua interezza.
Diceva Seneca: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, “Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”. L’errore di chi ha voluto far prevalere il rancore sulla compassione non può e non deve essere dimenticato, ma ci sia di monito per il futuro. Che questo gesto, così piccolo di fronte alla grandezza del momento, serva a ricordarci che l’umanità deve sempre prevalere.
A chi ha scelto di non esserci non s’invia rancore ma un invito a riflettere. La morte è il grande livellatore, la realtà ultima che ci unisce tutti. Ogni gesto che scegliamo di compiere in questi momenti ci definisce più di mille parole e purtroppo, stavolta, alcune assenze hanno parlato troppo forte.
Maria Rosa De Pierro, invece, ci lascia con una lezione di vita: vivere per servire, amare per costruire. A lei il grazie, il saluto della comunità e l’impegno a ricordarla sempre per ciò che ha rappresentato. “Requiescat in pace”, Maria Rosa: il tuo esempio continuerà a guidarci.