Uno dei paradossi logici più famosi di sempre è stato realizzato dal filosofo dell’antica Grecia Zenone di Elea. La formulazione giunge a noi tramite un altro filosofo, Aristotele. Il paradosso vuole che Achille, l’eroe più veloce del mondo greco, decide di fare una gara di corsa sfidando la tartaruga. Essendo così veloce (e un po’ pieno di sé), egli decide di dare un vantaggio di qualche metro alla tartaruga. Alla fine Achille non la raggiungerà mai.
La stessa cosa vale in una situazione che vede Poste italiane sfidare le società private dedicate a far giungere pacchi e plichi ai destinatari. Poste italiane soccomberà sempre!
Tra i tanti servizi offerti uno in particolare è solo pieno di rischi, non offre alcuna garanzia eppure ha un costo. Si tratta della spedizione del cosiddetto “piego libri”. Fino a due chili il costo è di 1,80 euro ma non dà alcuna sicurezza che il plico giunga al destinatario. Perché? Non essendo rintracciabile può essere perso, “scomparire” dalla “catena” distributiva per i più svariati motivi e altri e altri motivi ancora.
Eppure quando il plico viene consegnato all’impiegato di PT egli chiede che il libro sia contenuto in “buste pluriball” (gli addetti forse non sanno nemmeno che si “chiamano” così. Tant’è che chiedono buste con bolle d’aria. Mah!). Inoltre non basta la solita striscia autoadesiva ma pretendono buste forate dove applicare i cosiddetti “fermacampioni” (un nome anche questo sconosciuto agli impiegati di PT. Loro li chiamano spille con linguette apribili, di solito più che utilizzare le parole preferiscono mimare come sono fatti tali oggetti). Insomma in fin dei conti la spedizione viene a costare circa 2,50-3,00 euro con nessuna rassicurazione sulla buona riuscita della spedizione.
Un esempio fa d’uopo. Il 15 dicembre è stato spedito dall’ufficio centrale PT di via Grippo di Potenza un “piego libri” con destinazione una via di Viggiano (paese della Val d’Agri che dista circa 60 chilometri dal capoluogo di regione della Basilicata) e al 30 dicembre del plico si è persa ogni traccia.
Al telefono l’operatrice del call center di Poste italiane non potendo avere alcun codice di spedizione dal cliente in quanto il servizio non prevede il rilascio di nulla ha riferito di andare all’ufficio postale dove è stato spedito il “piego libri”.
Dopo aver atteso il turno l’impiegata ha riferito al malcapitato che non si può sapere che fine ha fatto il plico e ha consigliato di fare una raccomandata-libro.
Insomma a conti fatti la spedizione andata a male è costata: 1,80 euro consegnati a Poste Telegrafi, 2,50 euro di “busta pluriball”, qualche centesimo di euro per i fermacampioni, il prezzo dei libri (16,50 €+18 €), il costo della benzina per compiere il tragitto casa-ufficio PT e il prezzo non quantificabile del tempo perso. La somma persa? Il cliente ha perso circa 40 euro.
Se il cittadino avesse utilizzato un vettore privato con circa 3-4 euro aveva risolto il problema avendo la sicurezza della consegna
Conclusioni? Meglio una compagnia privata per spedire un plico che utilizzare Poste italiane. Perché? Costa molto meno e si raggiungono alti gradi di efficienza ed efficacia!