Lo stand Marco Polo al Circo Massimo… un bestiario politico?

di asterisco

Il Circo Massimo nel ricordo delle spettacolari corse delle bighe, che ci fa venire in mente il celebre ritornello ripreso da Paolo Poli, sembra essere una fierucola in salsa natalizia delle variopinte feste nazional popolari tipicamente italiane da quando è nata la Repubblica. Uno dei tanti zibaldoni, questa volta in salsa tipicamente papalina, o più accentuatamente de Noantri, da veri italiani!

Siamo la nazione dei festival canori, politici, laici, librari, mediatici e in generale pseudo culturali. Nei padiglioni deputati agli sfoggi d’immagine, pullula una mole di cantori di epiche e il più delle volte inutili battaglie, combattute senza esclusione di colpi, più vicini a dei burattini stuzzicati dal Mangiafuoco di turno. E poiché sono tutti ubriacati dalla visibilità mediatica sembra ci pare di sfogliare i tanti Bestiari assai di moda in epoca medievale.

Una curiosa fauna con indosso abiti strani firmati e accessori più kitsch che chic. Un mondo non solo autoctono e identitario in maniera parossistica ma aperto a figure d’oltre oceano anche loro in cerca di quei connotati e identità perdute che il vecchio colonialismo europeo imbevuto di cristianità aveva stravolto nella maniera più repressiva, in un sincretismo religioso spietato di cui loro stessi ora si fanno estensori.

Si perpetua l’ormai consunto teatrino di politicanti in cerca di visibilità e disponibili per tutte le stagioni, comprimari, e a loro volta schiavi dei poteri forti.