L’idea aberrante di un modello identitario nella scuola primaria

La spontaneità di un bambino in un processo educativo attraverso la scuola primaria dovrebbe essere tutelata in maniera prioritaria nè dover richiedere alcun modello di riferimento identitario per sua stessa definizione. La società moderna potrà avere un futuro possibile solo se darà maggior risalto alle singolarità che in un mondo sempre più globale ne assicurerebbero la convivenza civile. Le diversità sono la linfa vitale di un qualsiasi processo evolutivo sia esso biologico che sociale. La pretesa di cercare e far assimilare un modello educativo come riferimento ha solo e sempre prodotto scelleratezze e scempiaggini varie.

Fanno sorridere le considerazioni di due eccellenti pedagoghi nel dissertare su due famosissime opere che hanno da sempre arricchito il patrimonio letterario nostrano, avvallate persino da un ministro dell’Istruzione: i libri Cuore e Pinocchio. Due libri in perfetta antitesi sia lessicale che pedagogica. Nel racconto ridondante di enfatizzazioni deamicisiane la sua contestualizzazione da un punto di vista psicoanalitico

presenta gravi problematiche e potenziali deviazioni mentali, classiste e infettate da un buonismo e perbenismo ipocrita, meschino nel descrivere una società, siamo nel 1886, che negli anni a venire esploderà nel primo conflitto mondiale in barba agli ideali propugnati, sottacendo il sangue che sarà versato, e ancor prima con i cannoni del savoiardo Bava Beccaris

puntati sulla folla inerme d’innocenti che chiedevano pane e lavoro!

L’idea meravigliosa di Collodi, la totale libertà che, Mastro Geppetto modellando un pezzo di legno dà a un burattino di nome Pinocchio con le mirabolanti avventure a cui andrà incontro fino a diventare un fanciullo vero, non ha limiti temporali, va ben oltre la realtà contestuale del 1881, un’attualità che non conosce limiti e rispetta a pieno la spontaneità stimolando nel modo migliore la fantasia di un bambino al di là di una qualsivoglia etnia o colore della pelle.

L’assurdità conclamata, che possa piacere o no, è il voler teorizzare un’identità nazionale tipicamente italiana che forse ben s’addice all’opera dello scrittore di Oneglia, ben diversa dalla universalità pedagogica che possiede il burattino e discolo Pinocchio, fiorentino sì ma cittadino del mondo!        

Michele Vista
Michele Vista
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