Se per Novalis “il vero poeta è onnisciente, è un microcosmo”, impresa ardua è, per il poeta, legare il sentimento alla osservazione della storia e della natura, inverandosi nella quintessenza delle cose mentre se ne interpreta la continuità. Il professor Antonio Monaco, nella sua raccolta di poesie “La forza di sognare”, ha effettivamente unito queste due dimensioni, che si dispiegano, compenetrandosi, nei componimenti, attraverso la lirica di un uomo che non ha più paura di aprirsi e di confessare, talvolta con un nodo in gola, inquietudini, entusiasmi e sentimenti. Poiché scritte da un uomo di lettere e dedito alla comunità a un tempo, le poesie in questione si pongono non solo come l’espressione profonda e struggente dell’universo interiore del poeta, ma anche come portavoce del sentire e del soffrire, in modo quindi empatico, di tante altre persone. Anziani che vedono i borghi in cui avevano riposto ogni speranza spopolarsi, giovani vite minate da disturbi alimentari e sociali, migranti che sfidano il fato ai confini della disperazione e anime logorate dalla solitudine sono solo alcune delle espressioni delle quali il poeta si fa carico, condividendone dapprima il loro aspetto più umano.
I componimenti del Prof. Monaco, che, oltre a stimolare i sensi e una immaginazione talvolta allucinata, portano il lettore in stati d’animo differenti, talvolta contrastanti, capaci di suscitare compassione, inquietudine, malinconia, gioia, euforia e soprattutto speranza nel giro di poche pagine. A ciò s’unisce l’autorevolezza di una memoria storica attenta e appassionata che, nel corso di più di sei decenni, ha, non solo documentato, ma anche partecipato a quelle che lo storico Federico Chabod definiva “tradizioni memorie speranze”. Tali memorie sono perlopiù legate al borgo natio del poeta, Sant’Angelo le Fratte, che il Antonio Monaco ha potuto vivere e osservare nelle sue radicali trasformazioni, avvenute soprattutto in seguito alla ricostruzione conseguente all’ahimè celebre terremoto del 1980 e in ragione di un più generale spirito del tempo. A tal proposito, il contrasto fra l’antropologia della civiltà contadina preesistente e le trasformazioni più recenti della vita nel borgo spinge il poeta a esternare i propri sentimenti rispetto alla mutazione, anche in senso urbanistico e demografico, della sua comunità.
La copertina del libro è stata concessa dal Maestro Susy Palamone. L’artista ha la caratteristica di realizzare figure attraverso giochi di luci e di ombre ottenute da “spregiudicate” sovrapposizioni cromatiche, utilizzando pigmenti molto spesso vivaci e contrastanti che si incontrano in una insolita “danza” tra loro.
Susy Palamone è l’artista che trasforma i soggetti reali in fantastici modelli per poi, proprio grazie al gioco delle macchie create dai colori, farli intrecciare rimodellandoli fino a far assumere loro nuove forme per nuove realtà.
Le immagini contenute nel libro sono del Maestro Michele Cancro. Esse hanno ulteriormente impreziosito l’opera: “La forza di sognare” del professor Antonio Monaco.
L’artista con la sua pittura schietta e prorompente “obbliga” le ombre da lui stesso create sulla tela ad assumere i toni e le motivazioni che desidera.
Cancro è il pittore che ritrae, riporta e ricrea tutto ciò che c’è in natura applicando la sua arte con autorevolezza e rispetto del Creato.