Nacque ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi. Ha trascorso la giovinezza in Francia, partecipando poi alla prima guerra mondiale. Dopo aver insegnato letteratura italiana all’Università di San Paolo del Brasile ha tenuto la cattedra di letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma.
Le sue raccolte di versi sono: Allegria , Sentimento del tempo, Il dolore, La terra promessa, Il taccuino del vecchio ecc… In Allegria ha rivissuto la dolorosa esperienza della guerra sul Carso. La sua pietà di uomo e di poeta è tutta per il soldato, che non abbandona il campo di battaglia solo per avversione alla vigliaccheria, ma le urla strazianti dei feriti e dei moribondi richiamano alla mente solo la stupidità degli uomini, che troppo spesso si lasciano accecare dalle loro passioni. La verità che traspare dai versi è l’angoscia per la morte incombente l’inutilità dei sogni e delle speranze, la noia che attanaglia l’uomo, che non ha nemmeno il tempo per illudersi.
Il Gianni ha trovato che «predomina nella sua lirica il problema espressivo, la ricerca tormentosa del linguaggio; una ricerca in cui si riassume la sua stessa capacità e dignità di uomo tra gli uomini. (In lui) appare fortissimo il disdegno per ogni suggestione della memoria, per ogni servitù dello spirito alle immagini consuete dell’arte; il bisogno di ricominciare dal nulla, come unico mezzo per esprimere la propria pena, cioè l’incapacità di sentirsi in armonia con il creato, il desiderio di un dolore più umano, di un pianto cordiale». Ungaretti è il primo vero poeta che abbia introdotto notevoli innovazioni nel verso italiano e ha iniziato un nuovo modo di concepire la poesia. Egli stesso aveva detto: «La poesia riafferma sempre, è la sua missione, l’integrità, l’autonomia, la dignità della persona umana. Se essa giungesse un giorno a vincere la sua battaglia e arrivasse a salvare finalmente l’animo umano, se un giorno nell’unità della fede, il primato dello spirito venisse da tutti ammesso come regola fondamentale di ogni società, la poesia avrebbe vinto la sua battaglia e le difficoltà morali che hanno sempre tragicamente diviso l’umanità sarebbero finalmente sciolte»·
Nelle prime composizioni di Ungaretti prevale la disposizione al diario, in cui l’intervento dell’autore è volto solo a liberare il proprio sentimento da ogni infrastruttura letteraria per trasmetterlo nella sua purezza al lettore. «La realtà imperiosa della guerra doveva dimostrarsi atmosfera favorevole allo sviluppo di una simile poesia» ha detto Sergio Solmi, perché nulla meglio che la guerra poteva inclinare l ‘animo del poeta a quella rassegnata sommissione al destino, a quel ritrovamento della propria umanità fondamentale a quella infinita disponibilità, in cui le voci segrete, come avviene per certi mistici, affiorano e si accordano e il lamento della creatura, nell’universo, fatto vuoto, acquista una nuova e dolente risonanza: volti al travaglio / come una qualsiasi / fibra creata / perché ci lamentiamo noi. A questa prima fase autobiografica, ne segue una seconda che trova l’ispirazione negli stessi motivi ma solo che manca, viene meno l’occasione della biografia, in modo che si può rilevare una minore aderenza al motivo sentimentale, con un prelevare dell’elemento intellettuale.
La scoperta delta realtà della guerra fu per il poeta di una importanza rilevantissima. Fu l’esperienza che fece abbandonare le questioni formali per metterlo a contatto diretto con le esperienze esistenziali, con il dolore e con la morte. I versi di “Allegria” sono tutti ispirati al tema dominante dell’uomo davanti alla morte. Il poeta si rifà alle proprie esperienze vissute durante la guerra per comporre un diario lirico ispirato, fatto di soliloqui, di brevi e improvvise intuizioni liriche. Con “Sentimento del tempo ” si ha una visione più ampia della vita e sono trattati i temi del mistero della morte, dell’universo, di Dio, della natura.
Ungaretti intitolò la raccolta di tutti i suoi versi “Vita di un uomo” proprio per dire che in essi era tutto il travaglio, tutto il dolore della sua vita. Eppure il poeta è stato accusato di essere solo un tecnico della parola, senza sentimento, senza calore, ma egli ha voluto sì spogliare l e parole di tutti i significati comuni; ha voluto scoprire l’essenza fantastica delle parole, ma non per un gioco stilistico, ma per esprimere piuttosto con la parola i sentimenti e i caratteri essenziali della vita.
Fin dall’apparire dei primi versi Ungaretti si manifesta poeta di una poesia matura e consapevole, con un’impostazione poetica ben definita. E in ogni verso sarà sempre tale, qualunque sia il motivo ispiratore e l’argomento trattato.