L’equivoco e i termini della questione

Non è un’esagerazione affermare che in regione e al comune di Potenza si giochi a fare i politici, ma non si provi neppure a fare seriamente la politica. Una inconsistenza di base impedisce ai nostri attori di cogliere i termini della questione, facendoli veleggiare verso lidi di fantasia, dove è lecito prendere alla leggera anche funzioni importantissime.

Ecco, i termini della questione e l’equivoco nel quale sono irrimediabilmente sprofondati, tutti.

I termini che sfuggono ai novelli statisti è che esiste un aspetto amministrativo e uno politico nella loro funzione. E che il primo deve essere coltivato a prescindere dal secondo, perché attiene alle attività dovute.

In altri termini, volendo semplificare, chè temo ce ne sia tanto bisogno, una scelta può essere condizionata dalla politica (aspetto appunto politico), ma va fatta (aspetto amministrativo) e va fatta anche nei termini che ha previsto, guarda un po’, il legislatore, questo illustre scocciatore che non vuole capire come si declina la politica dalle nostre parti.

Passare oltre un anno senza presidente del consiglio, se l’attività non viene frenata, ci può pure stare (aspetto politico), ma, appunto, l’attività non va frenata, impedita, boicottata, perché in tal caso (aspetto amministrativo) si diventa responsabili di inadempimenti vari, omissioni, o, capovolgendo la questione, si diventa irresponsabili.

È un discorso, questo, che riguarda maggioranza e opposizione. E mi spiego. Se mancano due o tre personaggi di maggioranza e l’opposizione ne approfitta per far saltare il tavolo, cioè per evitare di svolgere anche l’attività dovuta (aspetto amministrativo) la colpa dell’inefficienza è parimenti distribuita. La minoranza potrebbe infatti, responsabilmente, chiedere di esaminare l’attività dovuta, cioè di mettere a posto le questioni amministrative che riguardano i cittadini, magari chiedendo un’inversione della trattazione degli argomenti, e poi coltivare l’aspetto politico uscendo dalla sala non appena si debba mettere in crisi la maggioranza sotto un aspetto, appunto, prettamente politico.

Invece accade che per sottolineare colpe presuntivamente soltanto altrui, si gioca il ricatto del blocco dell’attività amministrativa, con danno esclusivo della cittadinanza.

Ma sto parlando dell’ovvio.

E se non le riescono a capire da soli, queste ovvie e scontate cose, dovrebbero insegnargliele i partiti, che, evidentemente, anche loro non conoscono, in una fiera del dilettantismo portata ai massimi livelli immaginabili.

Sì, i termini della questione, sfuggono ai più.

L’equivoco, infine, sta tutto nella convinzione, in questi signori, di fare l’interesse dei rappresentati, quando, invece, fanno gli interessi della scolaresca tutta che si diverte con questo Lego della politica, incurante del fatto che in ballo ci sono i diritti di tanti, una città da proteggere e da tutelare, in una parola da governare. I giornali parlano infatti di circa 70 punti all’ordine del giorno rinviati sine die.

Il guaio è che con questa scolaresca non esistono neanche le vacanze estive, durante le quali una città, una regione, potrebbero risistemarsi, in attesa del fatidico rientro dalle vacanze. No! Cavolo, in ferie non ci vanno mai.

Uffa!

Luciano Petrullo
Luciano Petrullo
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