di Rude Clava
San Malachia, ancor prima di essere noto come profeta, a causa delle sue profezie sui papi era noto come saggio e come tale egli si espresse su tutto ciò che toccava l’animo, l’intimo e i costumi dell’uomo e tra questi trattò anche degli effetti della pratica della magia sull’individuo affermando che: «La pratica della magia è tra le condotte adultere del popolo eletto».
Quindi della saggezza e dell’arguzia del Saggio tutti ne hanno sentore così come quando si parla di papi non si può non parlare delle profezie di San Malachia il quale, vissuto tra il 1000 e il 1100, scrisse un elenco di 111 motti latini riguardanti altrettanti papi iniziando da papa Celestino II che era stato eletto ne 1143.
Queste profezie, però, iniziarono a essere conosciute solo nel 1500 e non tutte insieme.
In particolare tali profezie, meglio conosciute come motti, erano dedicate ai 75 papi storici, gli altri motti invece erano consegnati alla comprensione di eventuali futuri, “validi” e “capaci” lettori.
Queste profezie (che in realtà non erano altro che pubblicità occulte) non furono mai considerate dalla Chiesa cattolica che, se pure lo avesse fatto, non lo avrebbe mai rivelato.
Addirittura pare che tali profezie fossero state “inventate” da un abile frate domenicano di nome François-Alphonse Chacon per favorire un candidato al Soglio Pontificio, un cardinale a lui più gradito che però il Conclave (1590) non prese proprio in considerazione facendolo ritornare nell’anonimato.
Per quanto riguarda le interpretazioni è da dire che sono state ipotizzate le più fantasiosi ipotesi riguardo i Papi e tra questi, uno degli ultimi fu Papa Pio XII che a causa della sua ieratica figura fu detto “Pastor Angelicus” invece Giovanni XXIII fu detto “Pastor Nauta” perché era stato il Patriarca di Venezia mentre, invece, Paolo VI detto “Flos florum” perché nel suo stemma sono presenti tre gigli.
Le interpretazioni continuarono ancora e Giovanni Paolo I a cui fu affibbiato il “De medietate lunae”, riferendosi alla mezza luna perché morto dopo 33 giorni e cioè alla metà di un ciclo lunare.
Per Giovanni Paolo II fu interpretato “De labore solis” in quanto rappresenta la fatica che il sole compie per sorgere a Est da dove ovviamente era giunto il Papa Polacco.
Sempre secondo l’elenco dobbiamo attendere ancora due Papi: uno contrassegnato dal motto “De gloria olivae” in cui probabilmente ci riferisce anche alla politica italiana e infine “Petrus Secundus” che prevede la distruzione della città di Roma . Probabilmente, anzi certamente, non succederà niente e allora quale “giustificazione” riusciranno a dare gli interpreti di San Malachia? Certo qualcuno diceva: «Non è vero ma ci credo».