di Rocco Sabia
Sarebbe cosa facile invocare la disattenzione amministrativa a giustificazione delle ingiustizie che il comune cittadino subisce. Altrettanto facile sarebbe per l’amministratore di turno giustificarsi dicendo che è l’amministrato poco attento alle attività politiche. Amministratore e amministrato hanno ragione. E allora da cosa dipende l’atavica incomprensione politica tra i due elementi componenti la società?
È presto detto: «La mano destra non deve sapere quello che fa la mano sinistra».
Questa regola fu applicata già nel dicembre del 1860 in Basilicata quando alcuni paesi manifestarono contro la chiamata alle armi dei giovani dopo che era stato promesso che non ci sarebbe stato più il servizio militare dopo il vittorioso passaggio di Garibaldi. Insorsero molti paesi: Oppido lucano, Ruoti, Pescopagano, Tricarico, Grassano, Pomarico e Matera.
Da Potenza, capoluogo regionale, si provvide subito a smentire queste voci dicendo che erano delle false voci che riguardavano la chiamata alle armi, rassicurando così le popolazioni.
Purtroppo giunge a Potenza il bando, causa delle manifestazioni, in cui il regime savoiardo affermava che tutti i giovani idonei al servizio militare che non si presentavano all’arruolamento entro il 31 gennaio, dall’1 febbraio si sarebbe applicata, contro di loro, la pena di morte tramite fucilazione come renitenti alla leva.
Il governatore Racioppi, che aveva smentito e rassicurato le popolazioni lucane a tale riguardo, si affretta a chiedere una proroga per poter meglio diffondere il bando in tutta la regione. Riesce a ottenere una proroga fino all’1 giugno. Il governatore Racioppi, però, non trova il tempo e nemmeno il coraggio di dire ai giovani lucani che bisognava presentarsi a compiere il servizio militare, anche se in precedenza era stato promesso da Garibaldi in persona che sarebbe stato abolito. Ma Racioppi chiese un altro rinvio, assicurando che avrebbe ottemperato all’impegno di dare la notizia del bando subito dopo le elezioni politiche che si sarebbero tenute nel febbraio del 1861.
Nel frattempo subentra al Racioppi, come governatore della Basilicata, Salvatore Stampacchia che si impegna molto, nel suo ruolo, per vincere contro i candidati democratici, dimenticando, insieme al Racioppi, diventato il suo più stretto collaboratore, di diffondere il “famoso” bando. Purtroppo il tempo concesso è scaduto e le truppe intervengono in Latronico, in Carbone e in Castelsaraceno.
In questi paesi la gente si avvicina ai soldati, ci parla è incuriosita specialmente da quei soldati con cappello da prete coperto da lunghe piume che si chiamano bersaglieri. A questi soldati, i loro capi, hanno detto che queste sono popolazioni eversive che sono contro il re. La popolazione continua a chiedere perché questi soldati sono venuti proprio nel loro paese, non sanno che è in atto il rastrellamento dei renitenti per essere fucilati. Veramente era solo il “popolino” a non saperlo. I giovani appartenenti alla nobiltà e alla borghesia, infatti, non sono presenti in piazza. Ci sono solo pochi giovani e umili curiosi. Questi poveri infelici si trovano in un attimo spinti in un angolo della piazza, sentono un perentorio ordine di fare fuoco e una “raffica di spari” e più niente. Questi giovani muoiono senza sapere il perché. Alcuni giovani contadini sono riusciti a rifugiarsi nei boschi e vengono braccati dai soldati e non resta loro che diventare briganti.
Tutto questo è successo perché non c’è stata la giusta e sufficiente informazione.
E pensare che oggi un uomo di governo invitato da un giornale a rilasciare una intervista, riguardante il suo operato, risponde che le dichiarazioni le rilascia solo negli ambienti istituzionali, le notizie non le dà e la gente non saprà mai o quantomeno lo saprà in ritardo che avrebbe potuto usufruire di un bonus. Ogni epoca ha il suo Racioppi e le sue vittime. Io che sono un lucano, figlio delle vittime della omertà per convenienza, specie quella politica, con estremo orgoglio dichiaro la mia appartenenza alla redazione di Radionoff che ha messo e mette a disposizione di tutti i mezzi di diffusione delle informazioni.