L’arte del procrastinare

Nella nostra quotidianità, spesso tendiamo a rimandare il più possibile i nostri impegni e, nell’immaginario comune, procrastinare è un sintomo di pigrizia e mancanza di volontà ma, in realtà, non è così. L’atteggiamento del rimandare le cose è irrazionale perché secondo la nostra mente non ha senso fare qualcosa che avrà un impatto negativo su di noi; in un certo senso ci auto infliggiamo del male, della negatività. Si tende a cadere nella “trappola della procrastinazione” per l’incapacità di gestire stati d’animo negativi in relazione all’impegno da svolgere e portare a termine. Procrastinare risulta il modo più semplice per far fronte ad emozioni avverse come l’ansia, l’insicurezza, la noia e la frustrazione. Alla base del principio della procrastinazione vi è dunque il “primato della riparazione dell’umore” a breve termine rispetto al raggiungimento degli obiettivi a lungo termine. Tutto ciò significa: “meglio stare bene ora, al dopo si penserà in seguito”. Non si tratta quindi di pigrizia e problemi della gestione del tempo. Esistono quattro tipi di procrastinatori:

  • il perfezionista: vuole fare le cose in modo perfetto facendo uno sforzo insormontabile. Se non ha un piano preciso su come svolgere il compito, si blocca e rimanda gli impegni;
  • l’ansioso: tende ad essere indeciso e ad avere bisogno di rassicurazioni e consigli per iniziare il proprio impegno;
  • il sognatore: pensa ad idee nuove per i vari impegni ma trova difficile e noioso mettersi effettivamente all’opera nella realtà;
  • lo sfidante: tende a vedere la vita e gli impegni nei termini di ciò che la società si aspetta da lui. Il suo pessimismo diminuisce la sua motivazione a portare a termine gli obiettivi prefissati.

Procrastinare ci fa stare male, quindi come si può evitare? Ci sono due strade percorribili:

  • ponendoci degli obiettivi realistici e facilmente realizzabili per aumentare la nostra autostima una volta raggiunti. La politica dei “piccoli passi” per raggiungere l’obiettivo finale;

se la procrastinazione diventa cronica e ci “ingabbia” nella nostra quotidianità, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta.

Nicola Cirigliano
Nicola Cirigliano
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