È nato ad Alba in provincia di Cuneo ed è morto a Torino nel ’69. È vissuto sempre nella sua città natale, tranne durante il periodo della guerra e quello in cui partecipò alla resistenza combattendo sulle colline delle Langhe. Fu impiegato in una casa vinicola e trascorse la sua vita dedicandola al lavoro e alla famiglia. Fu fedele alla sua vocazione letteraria quasi in segreto , senza partecipare ad alcun movimento o corrente .
Il suo primo romanzo fu “I ventitré giorni della città di Alba” in gran parte ispirato alle vicende della Resistenza, tema che ricorre anche in altri suoi lavori. Tutta la sua produzione ha infatti per soggetto la resistenza e il mondo contadino. Questo ultimo argomento è svolto nel secondo libro di Fenoglio “La malora”, che esce nel 1954 e narra la storia di una misera famiglia contadina che stenta a tirare avanti coltivando un pezzetto di terra. L’argomento e lo stile del racconto hanno fatto pensare al neorealismo del Pavese. L’altro libro di Fenoglio ” Primavera di bellezza” ritorna al tema della resistenza. Viene narrata la vicenda di un giovane ufficiale che dopo 1’8 settembre va a combattere sulle colline delle Langhe cadendo in un’azione. Dopo la morte di Fenoglio sono usciti “Un giorno di fuoco”, “Il partigiano Jonni” e “La paga del sabato”.
Fenoglio è senz’altro uno scrittore molto interessante che finora non è stato apprezzato per quello che effettivamente vale. Già il suo primo lavoro si presenta come l’opera più rigorosa che sia stata scritta sulla resistenza. La volontà dell’autore di raccontare i fatti nudi e crudi fu interpretata come intenzione di svilire gli avvenimenti ma in realtà lo scrittore volle solo tenersi lontano da ogni forma di retorica. La concezione della vita per Fenoglio deriva dall’esperienza per lui basilare ed essenziale, quella della resistenza: la vita è dominata dalla violenza che è presente in tutti i rapporti umani. Anche nei racconti ispirati alla vita contadina gli uomini sono duri e spietati ed esiste un unico modo di vivere in un mondo dominato dalla violenza. L’ultimo libro di Fenoglio “La paga del sabato” è la riprova di questa tesi. Ettore, un ex partigiano, incontra mille difficoltà a inserirsi nella vita civile. Egli dopo l’esperienza della vita partigiana dopo aver provato il brivido del rischio, alla comune routine di tutti i mortali preferisce darsi alla malavita . Quando per un amore decide di abbandonare la violenza e incominciare una nuova vita tranquilla muore schiacciato da un camion.