Il palcoscenico degli schiamazzi

Non passa giorno che i nostri timpani non vengano sollecitati al massimo, costretti a essere spettatori di quanto la classe politica italiana nella sua interezza ci propina. Le nostre membrane auricolari, e non solo quelle, rischiano di implodere ma la maggioranza che, nel bel tempo che fu era in un religioso silenzio, ora è divenuta sorda, quasi un assorbente di tutte le minchiate strombazzate a più non posso.

Il conducente del veicolo governo (lungi da noi il patetico e nostalgico ricordo del termine aulico!) sembra non abbia una buona dimestichezza con la retromarcia tradizionale ma si fidi ciecamente di quei tanti ammennicoli tecnologici che fanno credere che tale manovra sia alla portata di tutti. Per di più, con la mole di ostacoli (alias emendamenti) che s’incontrano per strada (alias ambiti parlamentari) diventa una vera gincana e come se non bastasse a marcia indietro!

I cavalli di razza, di buona memoria, in quanto tali non si ponevano il problema sapendo modulare a piacimento l’ambio tipico di questo elegante animale!

Non ci resta che augurarle di cuore: l’hai voluta la bici e ora pedala!