Il ministero ha respinto la revoca del 41bis per Alfredo Cospito

Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha respinto la richiesta di revoca del 41-bis per Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al carcere duro per una “strage politica” che non ha provocato né morti né feriti. Per protestare contro la sua condizione, Cospito sta affrontando uno sciopero della fame che va avanti ormai da oltre 100 giorni, rischiando di morire per malnutrizione nei prossimi mesi.

Cospito è in carcere dal 2013, ma solo lo scorso anno è stato trasferito al 41-bis, sotto richiesta del procuratore generale, che lo ha accusato di “strage politica”. Un reato che chiama in causa la “sicurezza dello Stato” sulla base dell’articolo 285 del codice penale e pertanto prevede ergastolo e carcere duro anche se le azioni commesse non hanno provocato alcun morto o ferito. L’articolo 285 non è stato applicato né per le stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, né per la strage fascista della stazione di Bologna, dove furono uccise 80 persone. Mentre la Corte di Cassazione ha deciso di utilizzarlo contro Cospito, per aver messo due ordigni artigianali in un cassonetto dell’immondizia vicino a un’accademia dei carabinieri, la cui esplosione non ha colpito nessuno.

L’anarchico ha cominciato lo sciopero della fame, per protestare contro l’applicazione del 41-bis, nell’autunno del 2022, ma il caso è salito nella cronaca dopo l’arresto del capomafia Matteo Messina Denaro, anche lui al 41-bis. Da allora, il tema del carcere duro si è riaffermato tra l’opinione pubblica ed è stato usato dal governo Meloni per attaccare scorrettamente l’opposizione, imbarazzando le istituzioni.
Infatti, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, in un intervento alla Camera, ha rivelato pubblicamente il contenuto di alcuni ai atti riservati, a cui non avrebbe dovuto avere accesso, riguardanti proprio Cospito e un presunto sostegno del suo sciopero della fame da parte di alcuni mafiosi al 41-bis. Da queste informazioni, Donzelli ha accusato il Partito democratico di sostenere i mafiosi, dichiarazioni per cui non è stato denunciato per diffamazione solo grazie all’immunità di cui gode come parlamentare.
Ora il caso passa nelle mani della Cassazione, che, il prossimo 24 febbraio, dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato l’uso del 41-bis per quattro anni. L’udienza era inizialmente prevista ad aprile, ma a causa dello sciopero della fame, Cospito potrebbe non sopravvivere fino ad allora, avendo rifiutato la somministrazione passiva di sostanze nutritive.