Il fenomeno del “phubbing”

Il “phubbing” è l’abitudine, malsana, di controllare frequentemente il nostro smartphone mentre gli altri ci parlano. Il termine deriva dall’unione di due parole inglesi: phone (telefono) e snubbing (snobbare) e si riferisce all’azione di ignorare e trascurare le persone vicine a noi fisicamente. Da dove deriva questo comportamento? All’origine del fenomeno sembra che ci sia un disturbo dell’autocontrollo, ossia una tendenza involontaria e compulsiva a guardare e controllare continuamente lo smartphone. Secondo uno studio condotto in Danimarca da alcuni psicologi, il phubbing è considerato irrispettoso ma socialmente accettato. Gli studiosi lo considerano come una sorta di acrasia digitale, cioè l’incapacità di agire in modo ragionevole. Un’altra causa che spingerebbe le persone al fenomeno del phubbing è la cosiddetta “fomo”, dall’espressione inglese “fear of missing out”, ossia la paura di essere esclusi dai rapporti sociali e di essere tagliati fuori dalle notizie principali. Uno studio italiano condotto dall’Università Bicocca di Milano ha interessato oltre tremila adolescenti i quali hanno dichiarato di sentirsi esclusi e distanti dai genitori vittime di phubbing. I dati hanno dimostrato che un atteggiamento così distratto dei genitori provoca nei figli un sentimento di disconnessione dalla vita familiare. Altri rischi possibili per i figli con genitori “affetti dal phubbing” possono essere: depressione, ansia, attacchi di panico, poca socializzazione, basso rendimento scolastico. Oltre al pericolo che i figli cerchino attenzione in altri modi, spesso sbagliati, c’è anche l’eventualità che inizino ad emulare il comportamento dei genitori. Il comportamento del phubbing è sintomo di incapacità a relazionarsi col mondo reale e di scarsa intelligenza sociale. Molti specialisti della dipendenza da smartphone affermano che un uso eccessivo dei dispositivi elettronici è simile a quello delle sostanze stupefacenti innescando piacere e soddisfazione nel breve periodo, ma, ansia ed irrequietezza nel periodo di “astinenza”. Come uscire da questo circolo vizioso? Una buona abitudine potrebbe essere quella di non utilizzare lo smartphone a tavola e nel disattivare le notifiche dei messaggi e dei social network quando si è in compagnia di altre persone. Lo smartphone dovrebbe avvicinare persone lontane e non allontanare quelle vicine.

Nicola Cirigliano
Nicola Cirigliano
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