I Trialometani (THM): cosa sono e perché è importante monitorarli

Negli ultimi giorni il tema dei trialometani (THM) è tornato sotto i riflettori, soprattutto in riferimento all’acqua potabilizzata proveniente dal fiume Basento e trattata presso l’impianto di Masseria Romaniello. A sollevare la questione sono stati alcuni dati pubblicati dall’associazione Cova Contro che hanno destato preoccupazione tra i cittadini. Tuttavia, è fondamentale affrontare l’argomento con chiarezza e fiducia nei controlli costantemente svolti dagli enti preposti, come Acquedotto Lucano e Arpab (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata).

I trialometani sono composti chimici che si formano durante il processo di disinfezione dell’acqua potabile. Quando il cloro, utilizzato per eliminare i microrganismi patogeni, entra in contatto con la materia organica naturale presente nell’acqua (come residui vegetali e acidi umici) si innescano reazioni chimiche che portano alla formazione di questi sottoprodotti.

I principali trialometani rilevati nell’acqua potabile sono: cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano, bromoformio. La loro presenza è monitorata costantemente poiché, in quantità elevate e in caso di esposizione prolungata, possono rappresentare un rischio per la salute. Tuttavia va chiarito che la normativa vigente in Italia è molto severa: in base al Decreto Legislativo 18/2023 il limite massimo consentito di trialometani totali nell’acqua potabile  è di 30 microgrammi per litro (µg/l), mentre la Direttiva Europea 98/83/CE fissa il limite a 100  (µg/l). La diversità di limiti adottati trova una logica spiegazione nel fatto che i limiti imposti su scala Continentale per la vastità territoriale e variabilità delle condizioni di salubrità dell’acqua devono essere più elevate al fine di permettere, comunque, l’uso dell’acqua per scopi potabili anche a fronte di un aumento del rischio relativo di esposizione. In Italia, territorio da intendere come piccola frazione di quello continentale e data la generale buona qualità dell’acqua destinata al consumo umano prevalentemente di origine sotterranea, il limite più restrittivo di 30 (µg/l) ha una sua logica, garantendo una maggiore tutela della popolazione pur mantenendo la possibilità di usufruire del bene primario.  

L’acqua distribuita ai circa 140.000 lucani serviti dall’impianto di Masseria Romaniello è sottoposta a controlli di qualità da parte di Acquedotto Lucano e Arpab. Questi enti sono tenuti a monitorare regolarmente i parametri chimici, inclusa la concentrazione di trialometani, garantendo che i valori siano sempre conformi alle norme stabilite.

La presenza dei trialometani è, di fatto, un fenomeno naturale nei sistemi di potabilizzazione che utilizzano il cloro, ma ciò non significa che i livelli siano automaticamente pericolosi. È il rispetto dei limiti stabiliti dalla legge a garantire che l’acqua sia sicura e potabile. Pertanto ogni deviazione dai parametri consentiti può essere prontamente individuata e corretta grazie a controlli frequenti e procedure rigorose.

I dati diffusi da Cova Contro meritano certamente attenzione. Acquedotto Lucano e Arpab, quindi, hanno il compito di fornire risposte chiare e trasparenti ai cittadini, pubblicando eventuali rilievi aggiornati e confutando con dati scientifici le preoccupazioni emerse.

I sistemi di monitoraggio sono progettati per intervenire tempestivamente nel caso in cui i parametri si avvicinino ai limiti di legge. La qualità dell’acqua è un bene essenziale e ogni sforzo è rivolto a garantire che sia sicura, controllata e conforme agli standard nazionali ed europei.

Pur comprendendo la preoccupazione dei cittadini è importante sottolineare che gli enti responsabili della gestione dell’acqua in Basilicata possono operare con strumenti e protocolli avanzati per garantire la piena sicurezza dell’acqua potabile. La collaborazione tra Acquedotto Lucano e Arpab deve assicurare un controllo costante e trasparente.

L’invito, quindi, è a riporre fiducia nelle autorità competenti, le quali sapranno rispondere in modo chiaro e documentato alle osservazioni emerse. L’acqua proveniente dal Basento e potabilizzata nella Masseria Romaniello deve essere frutto di un sistema di gestione affidabile, pensato per tutelare la salute dei cittadini e garantire il rispetto delle normative vigenti.