L’informazione, in linea di principio dovrebbe stimolare il senso critico di un lettore e non solo la curiosità legittima di conoscere quel che accade intorno a noi. Nel rispetto della libertà d’esprimere le proprie idee molte volte assistiamo a discussioni da parte di figure ben arroccate su di un pulpito arrogante e corporativo ed usare la penna, semmai questa ancora esista, come un’arma.
Dato che, alla fin fine si parla di guerra, non è possibile giocare sulle parole in merito considerate ingenue e fanatiche di un’importante figura della Fisica non solo italiana abituato alla razionalità intesa nel senso migliore, e quel che più irrita, da parte di un ex-rivoluzionario, si fa per dire, che arrampicandosi sugli specchi pontifica ancora con ambiguità sulla guerra da incallito parolaio, come altri suoi simili. Stiamo ancora a discutere di guerra, quasi che il termine non avesse un significato univoco!
Nel nostro paese, negli ultimi decenni, di pennivendoli di tal fatta ne abbiamo avuti e ne abbiamo ancora tanti, e forse si potrebbe a ragione ritenere che a qualcuno servano o son serviti! La nostra storia è zeppa d’irrisolte questioni in proposito e le sparate mascherate da una pseudo cultura non portano da nessuna parte, sono soltanto esibizioni logorroiche e quanto basta!