Il 19 dicembre la nostra collega Cecilia Sala è stata arrestata e rinchiusa in isolamento nel carcere di Evin, a Teheran. I motivi del suo arresto, tuttora ignoti, sono oggetto di continui e costanti tentativi di mediazione per giungere alla sua liberazione. La redazione per cui lavora la reporter ha dichiarato che “avrebbe dovuto fare rientro in Italia il 20 dicembre ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto. Si trovava in Iran per fare il suo lavoro con lo scrupolo, la cura, la passione e la professionalità che tutti le riconoscono. La sua voce libera è stata silenziata, l’Italia e l’Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito”. Infatti, Cecilia raccontava nel suo podcast “Stories” tutto ciò che sapeva dell’Iran, essendo una appassionata conoscitrice e metteva in evidenza le piaghe del Paese, quale il patriarcato. Solo dopo otto giorni la giornalista è riuscita a ricevere la visita dell’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei che ha riferito di averla trovata tutto sommato bene.
Il carcere di Evan, noto per detenzioni arbitrarie, torture fisiche e psicologiche, fu aperto nel 1972 e gestito dalla Savak, la polizia segreta che rispondeva al regime dell’ultimo Shah, Mohammad Reza Pahlav. Secondo Human Rights Watch, il momento più nefasto per l’istituto penitenziario fu l’estate del 1988, alla fine della guerra con l’Iraq, in cui migliaia di detenuti vennero giustiziati dopo processi sommari se non del tutto fantasma. A Evin è stata rinchiusa anche la blogger Alessia Piperno, una giovane romana arrestata il 28 settembre 2022 e rilasciata il 10 dicembre, dopo 45 giorni in ingiusta detenzione in cui, tra l’altro, scoppiò un incendio nel carcere innescato, probabilmente, da una rivolta che causò la morte di diversi detenuti.
La vicenda di Alessia prima e di Cecilia oggi ha smosso la solidarietà della politica, delle ong per i diritti umani e del mondo del giornalismo, ormai da tempo compresso. “Il giornalismo non è un crimine, e per una volta tanto scriverlo non è retorica ma è una realtà viva, reale e spaventosa”: queste le parole del direttore del quotidiano “il Foglio” a cui noi, come redazione di Radionoff, ci uniamo. #FreeCecilia