Qual è, ci si domanda ingenuamente questo mare? Il mare televisivo, le cui onde verbali s’infrangono sia con l’alta che con la bassa marea, su poveri e inebetiti spettatori affetti da una morbosa sindrome gossipara, incrementata dai tanti personaggi di spicco della scena politica, sociale, e più in generale pubblica, portatori sani ma con una carica contagiosa esponenziale, navigatori imperterriti nella loro foga pestilenziale!
Gli argomenti o spunti che la cronaca quotidiana ci offre sono tanti e non certo banali, riguardano i fondamenti della vita sociale e individuale a cui non ci si può sottrarre con le solite stantie e fraseggiate buone intenzioni mascherate da ideologie vuote finalizzate al solo profitto economico e politico che ne potrà derivare. Sembra non esistano più le idee che per essere tali è necessario abbiano uno sviluppo prospettico che ne possa permettere la realizzazione non solo nell’immediato presente ma nel futuro. La parola famiglia, prima entità sociale, non va sbandierata come slogan, vanno create le condizioni che ne possano permettere la sua nascita, i concetti di maternità e di paternità non possono essere legati solo e soltanto a fattori biologici o più giustamente genetici, che pur essendo la condizione necessaria non è sufficiente. Siamo animali sociali che hanno avuto ed avranno una loro evoluzione commisurata però alle capacità neuronali che saremo in grado di adoperare ed alla volontà di creare qualcosa, non ubbidendo al solo istinto. Nella società moderna dominata dall’apparire, si trasmettono modelli anomali di comportamento individuale ed egoistico limitati alla loro immanenza e forzatamente effimera.
I politici, che hanno per nostra disgrazia un potere decisionale nel ricercare soluzioni ai vari problemi della collettività, litigano, discutono, esternano, cincischiano, tra latrati e schiamazzi, quasi s’azzuffano…in definitiva si crogiolano, ma non vogliamo essere ripetitivi, nell’infinità del verso leopardiano!