di Caterina Iannelli
C’era una volta il Natale semplice fatto di magia, letterine scritte a mano con calligrafia incerta e decorazioni fatte di pastelli e brillantini. Poi è arrivata l’era della tecnologia e con essa la trasformazione radicale dei desideri. La dolcezza è stata sostituita dall’efficienza. I genitori affrontano le letterine come se fossero trattati da decifrare; tra sigle incomprensibili e lingue ignote. E il caro Babbo Natale sta pensando di licenziare gli elfi e sostituirli con esperti di logistica on-line.
Correvano gli anni 70-80 dove le letterine erano un capolavoro di ingenuità: poche righe scritte con impegno e qualche errore di ortografia che i genitori trovavano adorabili. “Caro Babbo Natale vorrei un trenino, una bambola e se puoi anche un po’ di neve”. Una lista breve, accompagnata da qualche disegno di alberi di Natale storti e renne che sembravano mucche. Il massimo della tecnologia? Erano le batterie che puntualmente si dimenticava di specificare.
Gli anni 90 furono l’invasione delle pubblicità natalizie in TV. Con esse le letterine si trasformarono in liste della spesa interminabili. “Caro Babbo Natale vorrei: Barbie veterinario, il castello della Lego, il Nintendo, il Tamagotchi e lo zaino di Sailor Moon”. Le richieste erano precise, i nomi dei giochi mai sbagliati (gli spot venivano recitati stile mantra). Le letterine iniziarono a includere frasi diplomatiche: “Se non puoi portare tutto vanno bene anche solo i primi cinque regali”. Un modo carino per dire Babbo non deludermi.
Il nuovo millennio porta con sé la digitalizzazione. Negli anni 2000 comparvero i primi computer e con essi le prime letterine scritte in Word, con font Comic Sans e clip art di Babbo Natale. Le richieste iniziarono a includere oggetti tecnologici che i genitori faticavano a comprendere: “Vorrei un MP3, una PS2 e un cellulare con Snake”. I bambini più intraprendenti allegavano persino immagini stampate dei regali, giusto per evitare malintesi. Perché fidarsi della fantasia di Babbo Natale quando puoi mostrargli esattamente cosa vuoi?
L’anno 2010 ha come parola d’ordine hyperlink. La comparsa degli smartphone e degli e-commerce hanno radicalmente stravolto l’idea di letterina facendola diventare decisamente… pratica. “Caro Babbo Natale ecco il link che ti riporterà al drone che vorrei. Se lo ordini prima del 15 dicembre c’è lo sconto”. Non c’è più spazio per i convenevoli o per i disegnini, tutto deve essere diretto e funzionale.
Ed eccoci giunti agli anni 2020 quelli dei desideri 2.0 con la rivoluzione delle wishlist digitali. Oggi le letterine sono quasi completamente state sostituite da liste dei desideri create su Amazon o piattaforme simili. “Caro Babbo Natale ho condiviso con te la mia wishlist. È già tutto nel carrello devi solo cliccare su acquista ora. Se hai bisogno di assistenza contatta Alexa”. Alcuni bambini ipertecnologici, aggiungono anche un disclaimer: “Attenzione non accetto sostituti o versioni economiche del regalo”.
Il povero Babbo Natale in tutto ciò non ha potuto fare altro che adattarsi con fatica non avendo scelta alcuna, passando le notti a capire come completare un acquisto senza farsi bloccare il pagamento online. Gli elfi ormai lavorano su software di gestione magazzino e le renne pascolando brucando disoccupate da quando i regali viaggiano con i corrieri.
In futuro i bambini potrebbero semplicemente chiedere a chatGPT di scrivere una letterina perfetta e convincente. Nel frattempo i genitori possono solo sperare che torni di moda il trenino. Almeno quello non aveva bisogno di aggiornamenti software.