Crisi idrica: il caso del Basento e la necessità di trasparenza sui dati

La Basilicata si trova al centro di una crisi idrica che solleva interrogativi sulla qualità e sulla sicurezza dell’acqua potabile. Il nodo cruciale riguarda l’acqua del fiume Basento che, secondo quanto dichiarato dalle autorità regionali, può essere potabilizzata dalla Masseria Romaniello. Tuttavia, a fronte delle rassicurazioni ufficiali, manca un elemento fondamentale: la pubblicazione dei dati che dimostrino la reale potabilità dell’acqua distribuita.

Il presidente della Regione Basilicata ha garantito che il processo di potabilizzazione del Basento è efficace, una tesi sostenuta anche da un esperto dell’Istituto Superiore di Sanità. Nonostante ciò ai cittadini lucani non sono stati forniti dati concreti o risultati delle analisi effettuate, lasciando spazio a dubbi e preoccupazioni.

A complicare ulteriormente la questione ci sono dichiarazioni discordanti provenienti dai vertici della Regione, dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpab) e dall’Acquedotto Lucano. La mancanza di una comunicazione chiara e univoca ha alimentato l’incertezza, spingendo i cittadini a chiedere con forza la pubblicazione immediata delle analisi effettuate sulla qualità dell’acqua.

In questo scenario di confusione l’Asp (Azienda Sanitaria di Potenza) ha dato il via libera alla distribuzione dell’acqua potabilizzata. Ma il problema principale rimane: senza la divulgazione dei risultati ufficiali le rassicurazioni verbali non bastano. La fiducia della popolazione può essere ristabilita solo con una comunicazione trasparente e dati scientificamente verificabili.

Gli organi preposti al controllo della qualità dell’acqua hanno l’obbligo morale e legale di garantire la sicurezza della risorsa primaria e di informare i cittadini. La potabilità dell’acqua non è solo una questione tecnica ma anche un tema di diritto alla salute e alla trasparenza.

La popolazione lucana chiede risposte chiare e immediate. Non basta assicurare che “l’acqua è sicura” senza fornire prove tangibili. La pubblicazione dei dati è essenziale per sgomberare il campo dai dubbi. I cittadini vogliono sapere se l’acqua distribuita dalla rete idrica è realmente potabile, se sono stati rispettati i parametri stabiliti dalla legge e quali metodologie siano state utilizzate per i controlli.

È urgente che: la Regione Basilicata renda pubblici i risultati delle analisi condotte sull’acqua del Basento; Arpab e Acquedotto Lucano forniscano informazioni dettagliate sui processi di potabilizzazione e sulla loro efficacia; l’Asp chiarisca i criteri utilizzati per il via libera alla distribuzione.

Fidarsi di dichiarazioni non supportate da dati è inaccettabile in una situazione che tocca la salute pubblica. Il “sentito dire” non può sostituire il rigore scientifico e la trasparenza amministrativa. In un momento storico in cui la gestione delle risorse idriche è al centro del dibattito globale la Basilicata non può permettersi di perdere la fiducia dei suoi cittadini.

La crisi idrica in Basilicata è una prova per le istituzioni locali che devono dimostrare di essere all’altezza della sfida. Pubblicare i dati sulle analisi dell’acqua non è solo un atto dovuto ma anche un passo necessario per garantire il diritto alla salute e per ristabilire la fiducia tra cittadini e istituzioni. È tempo che la trasparenza prevalga sulle parole. Solo così la Basilicata potrà uscire da questa crisi con la consapevolezza di aver agito nel miglior interesse della sua popolazione. I lucani non chiedono altro che certezza e sicurezza: un diritto che nessuno dovrebbe mai mettere in discussione.