Crescita del consumo mondiale di carbone nel 2022 dell’1,2% rispetto al 2021

Il consumo di carbone ha raggiunto i suoi massimi storici nel 2022, superando 8 miliardi di tonnellate. Un picco massimo che, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) è destinato a rimanere invariato fino al 2025, data in cui, finalmente, la curva comincerà a scendere. A trainare i consumi della fonte fossile più inquinante hanno contribuito la crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina e gli effetti della crisi climatica, con le ondate di calore e siccità straordinarie che hanno fatto crescere la domanda di energia elettrica.

A dare la notizia è il rapporto Coal 2022 dell’Iea, nel quale l’Agenzia ha dato prova di un aumento del consumo globale di carbone dell’1,2% rispetto al 2021, con il quale si è superato il record assoluto registrato nel 2013. Nonostante questi dati poco incoraggianti, il documento sottolinea come gli stessi fattori che hanno fatto aumentare il consumo, hanno anche ridotto la possibilità di risultati ancora peggiori.

Nei prossimi 5 anni, secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, le rinnovabili produrranno tanta energia quanto ne hanno prodotta negli ultimi 20. Superando così il carbone. Una crescita ancora maggiore è stata infatti trattenuta dall’impennata dei prezzi del carbone, dovuta all’aumentare della domanda causata dalla stessa crisi energetica, così come dalla corsa dei vari paesi a migliorare l’efficienza energetica e alla forte diffusione delle rinnovabili, come reazione al taglio del gas russo. Allo stesso tempo, un altro fattore ha contribuito a limitare l’uso del carbone nel paese che contribuisce al 53% del consumo globale: le prolungate e severe misure di contenimento del Covid-19 in Cina, che hanno pesato sulle attività economiche, portando a una riduzione della domanda complessiva.

Inoltre, secondo le previsioni dell’Agenzia, il quadro generale si dirige verso un’orizzonte positivo. Infatti, se la domanda di carbone è impennata in Unione europea, a causa della crisi energetica dovuta alla dipendenza dal gas russo e alla minore produzione di energia nucleare e idroelettrica, questi i maggiori consumi saranno solo temporanei e verranno presto sostituiti dall’energia prodotta da fonti rinnovabili.

In aggiunta, Cina, India e Indonesia, i maggiori produttori mondiali di carbone, hanno raggiunto i loro livelli record di esportazioni, ma nonostante gli enormi margini di profitto, non ci sono segni di una crescita degli investimenti nei progetti rivolti all’estero. Infine, l’Iea ha confermato che il 2022 è l’anno del picco massimo del carbone, dopodiché la situazione si stabilizzerà fino al 2025, momento in cui l’Agenzia si aspetta che i consumi cominceranno a scendere rapidamente.