di Sileno Silano
Sembra che in Basilicata, ricca di Parchi Naturali, la macchina dei soccorsi messa in moto per soccorrere sprovveduti escursionisti, che in tali paradisi naturali si smarriscono, sia il fiore all’occhiello dei numerosi soccorritori messi in campo, con un lieto finale e relative foto di rito. L’ultimo caso, verificatosi ieri nel Parco del Pollino, ha visto all’opera ben quattordici vigili del fuoco, quattro mezzi e un elicottero per recuperare due persone che si erano smarrite, chissà in quale foresta tipo “amazzonica” presente in Basilicata!
Da qualche tempo episodi simili si susseguono con una certa frequenza, e di rimando sorge il dubbio sull’efficacia e aggiornamento della sentieristica esistente, fermo restando l’imprudente condotta di molti escursionisti alla Indiana Jones!
Prioritario rimane il principio di prestare soccorso e salvaguardare vite umane a qualunque costo, ma siamo sicuri di trovarci il più delle volte in situazioni di estremo pericolo? La macchina dei soccorsi in quale proporzione entra in gioco, e a chi spetta pagare in questi casi l’intervento di soccorso messo in atto, tra squadre di vigili del fuoco, mezzi di terra ed elicotteri? Si parla tanto di sicurezza, in tutti questi parchi, e chi è tenuto a farla rispettare non solo sulla carta e in maniera virtuale? Un organo di riferimento nella tutela dell’incolumità del “provetto esploratore” esiste nella fattispecie? Non sarebbe più opportuno educare, chi voglia usufruire delle bellezze naturalistiche che offrono i vari itinerari, a un comportamento più razionale e corretto? Eppure esiste una marea di associazioni che sempre virtualmente e con spregiudicatezze informatiche fanno credere che tutto questo sia possibile, tra percorsi integrati e sofisticate “app”, con navigatori satellitari e persino una ChatGPT, quasi una voce amica che fa da angelo custode quando c’è il segnale, però attenzione perché in caso contrario entra in gioco…un “fottio di moccoli” e se ci sia ancora un minimo di energie!