Il potentino con attitudine politica si divide in due squadre: gli amici di chi amministra e i suoi avversari, che, evidentemente, hanno amministrato fino a ieri l’altro. Entrambi i gruppi, a turno, si lamentano di quello che non va, che non è stato e doveva, che “mamma che ci avete lasciato” e via amenamente e infantilmente discorrendo.
Il potentino meno politico ma neanche tanto, invece, si divide fra chi ama la città, tanto da vederla sempre bella pure quando davvero è incredibilmente invivibile, periodi nei quali è già un atto d’amore continuare a viverla, e quelli che la criticano. Questi ultimi alla fin fine sono quelli che davvero l’amano e che non si fanno capaci di cotanto abbandono.
Ora, fazioni a parte, che davvero lasciano il tempo che trovano, tanto è stupido, da potentini, dividersi su questo tema, è fuori di dubbio che la città versa in uno stato a dir poco pietoso. Una idea di città non l’ha mostrata l’attuale giunta, incapace finanche di sbrigare l’ordinaria amministrazione (a tal proposito sarebbe davvero necessario che tutti dessero uno sguardo al prossimo ordine del giorno del Consiglio Comunale, che ha accumulato tanta di quella roba da poter essere smaltito in una seduta che duri almeno una settimana, o seguire un po’ i normali lavori che vengono portati a termine solo su gentile segnalazione), ma una idea di città non l’ha mostrata neanche l’impaurita e ragionieristica giunta De Luca e la seconda giunta Santarsiero. A dire il vero l’ultima idea progettuale è quella del primo Santarsiero, che parlava di Potenza Città Cultura, ben prima che ci arrivasse Matera, che chiuse il centro storico, che pensò allo snodo del Gallitello, che organizzava mostre, che immaginava Potenza città metropolitana ecc. ecc. Dopo di che il deserto delle idee, un accattonaggio amministrativo, che dal Comune arriva in regione, o viceversa, la litigiosità per una poltrona addirittura all’interno della maggioranza, in una rincorsa all’indennizzo davvero miserevole.
I tifosi continuano ad addebitare a Santarsiero ogni ignominia urbana e non, io, che fui suo oppositore, devo rilevare come nella sua giunta non si accumulavano ritardi nella discussione delle interrogazioni, il dibattito politico era pieno, corretto, partecipato, l’attività amministrativa febbrile, semmai non perfetta, ma davvero febbrile. Certo c’erano sempre tanti problemi, ma più nobili e di minor numero di oggi. La maggioranza aveva le idee chiare, non lasciava un posto importante come la presidenza del consiglio per mesi, sapeva trattare con l’opposizione e forse anche questa aveva una certa maturità, o sapienza, o capacità di dialogo che ora non è rinvenibile da nessuna parte.
Eppure ogni atto amministrativo veniva soppesato a dovere, discusso, anche molto animatamente, insomma i consigli erano seri e attivi, non deserti, benchè la maggioranza avesse numeri tali da poter fare quello che cavolo le pareva.
Prima di Santarsiero non so, ma a ricordare la qualità della vita di Potenza prima del terremoto del 1980, devo ammettere che il decadimento è stato costante.
Eppure i musi dei nuovi politici, tutti più o meno neopatentati, sono pieni di supponenza, come se Potenza vivesse per la loro diretta intercessione e che alla fine se non ci si riesce a specchiare in questa splendida città, la colpa è solo di chi non ha ancora capito che si vive meglio senza trasporto pubblico, adornati beatamente da strisce biancorosse, fra edifici abbandonati e cantieri eterni, senza servizi e privi totalmente di un’offerta culturale che sfiori quantomeno la soglia della decenza.
-E che ci vuoi fare? Sono ragazzi.
-Che quello io il cubista volevo fare, mica il politico. Ma quello ho trovato.
-Sì, come no, magari col perizoma.
-Il politico?
-No, il cubista. -Ah, credevo. Però a ben pensarci…