Il 31 dicembre si festeggia l’anno che finisce e si dà il benvenuto al nuovo che entra. Ma a Capodanno si deve per forza festeggiare, oppure no? Normalmente, si festeggiano i traguardi raggiunti e le soddisfazioni ottenute come, ad esempio, la laurea, il matrimonio, il nuovo lavoro, aver comprato casa, la nascita di un figlio e via discorrendo. Ma, cosa ancor più importante, si spera nel futuro, ossia che il nuovo anno sia ancora più propizio di quello appena terminato e, per ottenere questo, si fa ricorso ad una serie di riti scaramantici culinari e non, tra cui: mangiare le lenticchie, i chicchi d’uva e lanciare dalla finestra della propria abitazione qualche oggetto vecchio che allontani la negatività dell’anno passato.
Da dove nasce, però, la “pressione sociale” di dover “obbligatoriamente” far festa fino all’alba, non si sa.
La notte di Capodanno è diventata un’occasione mondana per incontrarsi con parenti ed amici e festeggiare in maniera socialmente “cool”, ma bisogna ricordarsi che non è “obbligatorio” festeggiare in maniera “fragorosa”.
Spesso, si arriva alla notte di San Silvestro dopo diverse full-immersion con parenti ed amici (piacevoli e non), pertanto, non è insolito che ognuno di noi voglia ritagliarsi uno spazio per sé stesso staccando la spina un po’ da tutto. Non è strano che una persona abbia voglia di stare da solo, in compagnia di un buon libro, di un film o viaggiando.
Nei 365 giorni appena trascorsi, abbiamo amato, sofferto, pianto, gioito, viaggiato; ci siamo sentiti bene e male, in forma e stanchi, appagati ed insoddisfatti; insomma, un mix di emozioni positive e negative.
Un anno sembra passare in dieci minuti ma, in realtà, è lungo. In un anno succedono tante cose: a noi, ai nostri cari, al mondo intero. Senza rendercene conto siamo stati sulle “montagne russe”.
La cosa più importante è una.
Bisogna festeggiare Capodanno prima di tutto per noi stessi, quindi da soli o in compagnia di amici e parenti cambia poco; il primo brindisi dell’anno va fatto a noi stessi.
Si festeggia per i propri traguardi raggiunti (che spesso dimentichiamo o sottovalutiamo) e si brinda a quelli futuri.
Si festeggia per il proprio valore come persona (troppo facilmente ci svalutiamo).
Si festeggia perché non si è soli, anche se ogni tanto ci sentiamo soli; in realtà, c’è sempre qualcuno che tiene a noi.
Anche se il presente sembra troppo complicato si festeggia perché, se ci impegnamo, il futuro sarà migliore. Buon anno!