È fuori dubbio che un’istituzione come quella universitaria per definizione stessa debba essere una struttura fondamentale per lo sviluppo di un territorio e possa costituire una importante fonte di crescita a ogni livello. Le parole pronunciate dal nostro Presidente Mattarella in occasione dell’inaugurazione del 40° anno accademico dell’ateneo lucano hanno sottolineato con forza le due caratteristiche alla base di ogni istituto universitario: l’autonomia e la libertà, rispettando le quali e nel contesto territoriale in cui operano potranno dare i migliori risultati.
Tutti i politici locali e nazionali pontificano sulle enormi e svariate potenzialità che la nostra regione, benché piccola, potrà avere in futuro ma quali autonomie e libertà con la loro azione di governo saranno in grado di assicurare rimane un’incognita. Le risorse legate al territorio, essenzialmente naturalistiche, ma non solo, si possono sfruttare in modi diversi e l’istituzione accademica e universitaria è la sola in grado di produrre non solo lavoro ma crescita responsabile soltanto se a essa siano assicurate autonomia e libertà di cui parlava il Presidente della Repubblica. Lo sfruttamento di queste risorse nella giusta direzione e il necessario controllo sarà possibile solo rispettando tali valori. Guardando invece ciò che accade ed è accaduto siamo sicuri che tutto questo sia stato in verità realizzato? E non parliamo della ventilata autonomia differenziata che è l’antitesi per eccellenza del significato proprio del concetto di autonomia!
La metafora del titolo, che scomoda la relatività einsteiniana, sembra quasi possa rappresentare, nella differenza tra buchi neri e gli ipotetici per ora buchi bianchi con il passaggio della materia e le sue direzioni spazio temporali nel campo gravitazionale, quel che accade oggi!