Ars celare artem…o l’arte del sondaggio?

Nello studio delle grandezze variabili la statistica si rivela di grande aiuto non solo nella scienza, ma anche nella complessità del sociale. Oggi però non è il sondaggio ma l’uso insulso e artato che ne fa l’informazione, soprattutto in politica, che lo rende direttamente proporzionale alla mancanza di buon senso e alla sua stucchevolezza.

Si misura il divenire dell’azione politica con i valori statistici che ne derivano ma solo per la loro identità numerica e nient’altro, e poiché il numero è un’entità astratta, in barba al concetto pitagorico, la stampa non sa far altro che disquisirne a piene mani compiacendosi di dargli un tocco quasi letterario, mascherando l’intento di condizionare l’agire sociale dell’individuo.

Dato che tutti pensiamo, almeno così sembra, non tutti però pensiamo la stessa cosa, così come pur essendo tutti ignoranti non ignoriamo per fortuna la stessa cosa, vorremmo chiedere ai tanti imbianchini della carta stampata o pescatori con la rete mediatica, di farci conoscere il loro motto: cui prodest o forse… non olet?